L’arte dei buoni propositi

Reggia Carditello tra i rifiuti

Reggia Carditello tra i rifiuti

Nel mese di agosto a Milano, c'è stata la Conferenza internazionale dei ministri della cultura. Il messaggio? “bisogna salvare i beni culturali”.

Ci viene da ridere se qualcuno spera che, leggendo notizie di incontri del genere, le persone intelligenti si possano sentire sollevate e soddisfatte. Per lo meno in Italia, dove l’ipocrita chiacchiericcio sulla tutela dei beni culturali italiani, anche nella visione di trasformare le ricchezze del paese in fonte di reddito grazie al turismo, è un tormentone da quando “s’è fatta l’Italia”.

Reggia Carditello

Reggia Carditello

Non c’è nulla da fare, gli italiani sono incivili, ce lo hanno impresso nel dna e, quasi quasi, era meglio che il Paese se ne fosse rimasto una colonia frammentata, dove di certo gli stranieri avrebbero dimostrato maggiore rispetto per la culla della cultura occidentale.
Ma torniamo a bomba: la notiziona di cui scriviamo è il grande simposio dei Ministri della cultura organizzato nell’ambito di Expo a Milano, il mese di agosto. Durante il convegno plenario, i rappresentanti dei Beni di ogni nazione, compreso il nostro ministro Franceschini, hanno severamente condannato la violenza contro il patrimonio culturale mondiale e, proprio qui nel nostro “Bel paese”, hanno redatto uno scritto che passerà alla storia come la Dichiarazione di Milano: “I ministri – firmano in calce - esprimono la loro più ferma condanna all’uso della violenza contro il patrimonio culturale mondiale ed esortano al rispetto ed alla tolleranza reciproca quale strumenti idonei al dialogo fra i popoli. Essi

Crolli di Pompei

Crolli di Pompei

esprimono – prosegue la dichiarazione – la loro solidarietà alle nazioni colpite da catastrofi naturali. Per questo – si legge nella conclusione – esortano la comunità internazionale ad adoperarsi per la salvaguardia ed il recupero dei beni culturali”. “I ministri della cultura – recita inoltre la dichiarazione – rivolgono un appello alle Nazioni Unite e all’Unesco affinché i principi del dialogo tra le culture, il rafforzamento della tolleranza ed il rispetto reciproco fra popoli e culture diverse siano mantenute al centro dell’azione della comunità internazionale”.
Belle parole, certo, soprattutto se scritte in un Paese dove la catastrofe naturale è proprio la sua popolazione. Un paese che ha una faccia tosta esemplare e dove convegni di questo tipo sono all’ordine del giorno.

Pompei

Pompei

E al proposito ricordiamo la tavola rotonda sul tema della conservazione programmata dei beni italiani e sull’importanza di tutelare il grande patrimonio culturale, organizzata l’anno scorso a Roma dalla Fondazione Napoli Novantanove nella sede dell’Associazione Stampa Estera. Alla discussione avevano partecipato “chiarissimi” esperti del settore, quali: Caterina Bon Valsassina, direttrice dell’Istituto centrale del Restauro, Giorgio Bonsanti, docente di storia e tecniche del restauro all’Università di Firenze, Roberto Cecchi,

Arco Trionfo di Alfonso d'Aragogna a Castelnuovo Napoli

Arco Trionfo di Alfonso d'Aragogna a Castelnuovo Napoli

direttore generale per i beni architettonici e storico-artistici del Ministero per i Beni Culturali, Giuseppe Proietti, segretario generale del Mibac, Salvatore Settis, presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali, Nicola Spinosa, soprintendente per il Polo Museale napoletano, e Mirella Stampa Barracco, presidente della Fondazione Napoli Novantanove, coordinati dal giornalista

Masseria Torrentoda, tutelata dai Beni Culturali

Masseria Torrentoda, tutelata dai Beni Culturali

Paolo Conti e chiamati a confrontarsi sul vero significato della conservazione programmata e sulle condizioni perché questa pratica divenga una parte fondamentale del percorso di tutela del patrimonio culturale italiano.
Insomma, prima si riuniscono gli addetti ai lavori, e se le cantano e se le suonano, un anno dopo si riuniscono i politici, cantandosele e suonandosele a loro volta. Ma non sarebbe più utile che i due “complessi” si riunissero assieme per un concertone più sensato?

INcuria a Villa Adriana, Tivoli

INcuria a Villa Adriana, Tivoli

L'Italia è come uno scrigno di tesori inimmaginabili. Il suo immenso patrimonio non è concentrato esclusivamente nelle città d'arte, ma è diffuso capillarmente sull'intero territorio nazionale. Come il santuario italico di Sulmona o l'ecosistema del Delta del Po, oppure gli affreschi della chiesa dell'Annunziata di Jelsi; tutti tesori dimenticati. Nel nostro Paese si concentra la maggiore densità al mondo di beni culturali e le emergenze monumentali cui far fronte non si contano più. Quasi come le belle parole.
Ma sì ma chi se ne frega! In fondo noi italiani siamo dei veri artisti; maestri nell’arte dei buoni propositi. Quelli sì che sono dei veri capolavori!