L’Africa non ha più soldi? Paga con la moneta cinese

C'è un Paese africano che è l'emblema del dissesto del Continente nero. E' lo Zimbabwe, nome nuovo della Rhodesia (quand'era ricco), confinante con il Sud Africa. E' talmente senza soldi che non può pagare i poliziotti e i dipendenti pubblici. Tantomeno i debiti internazionali. Allora si rivolge ad altri per procurarsi il denaro. Accorre in aiuto la Cina, che offre la sua moneta nazionale, lo yuan, e così estende la sua avanzata in Africa.
Non è la prima volta che il Presidente e dittatore dello Zimbabwe (qui chiamato “elefante”) Robert Mugabe, da 35 anni al potere, rischia l'affondamento della disastrata economia nazionale. Negli Anni '90 dichiarò bancarotta. Poco dopo stampò vagonate di moneta. Ma quando l'inflazione toccò il tasso-Everest del 500 miliardi per cento, lasciò che la spesa si facesse col dollaro Usa e il rand sudafricano.
Ora che incombe una nuova crisi, nella capitale Harare arrivano in massa gli yuan del Celeste Impero. Il quale non attende di meglio per poter estendere i propri tentacoli sull'Africa.
Lo Zimbabwe è un piccolo Paese con un Pil da 13 miliardi di dollari, sempre più in caduta libera. A sancire l'accordo col novantunenne Mugabe è arrivato ad Harare nientemeno che il Presidente cinese Xi Jinping, il quale ha anche cancellato una fetta di 40 milioni di dollari di debito che avrebbe dovuto riscuotere entro la fine del 2015.
Il Paese cade a pezzi e per Pechino può essere un affare (specialmente in senso politico) comprare questa 'colonia' a prezzi stracciati. Per avvalorare la sua intenzione di estendersi in Africa, la Cina ha anche promesso a 40 capi di Stato africani finanziamenti allo sviluppo del Continente nero per 60 miliardi di dollari.
Tornando allo Zimbabwe, è un Paese di 14 milioni di abitanti, soltanto 700 mila con un lavoro fisso. La siccità di quest'anno ha dimezzato i raccolti di mais (un milione e mezzo di persone senza cibo). Idem il tabacco, prima esportazione. Nelle strade i semafori sono chiusi per il blackout e vi sono buche larghe come laghi. Yuan o no, lo Stato conta i giorni che restano all'Elefante.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it