L’addio a un patrimonio che è memoria del mondo

Tesori perduti. La furia iconoclasta dell'Isis sta cancellando un patrimonio che è memoria del mondo intero. Apparteneva a tutti e ora è cancellato. Non ci sono più i siti assiro-babilonesi antichi oltre 4 mila anni, i monasteri cristiani, le rovine romane, le moschee e le tombe degli imam musulmani considerati troppo moderati per i radicali del Corano. Da oltre un anno stiamo assistendo, in Siria e in Iraq, alla più sistematica distruzione di culture, religioni ed eredità archeologiche che la storia ricordi.
L'orrore ha anche una motivazione economica: i tagliagole si servono dei ruderi abbattuti con le ruspe per venderli a prezzi stratosferici al mercato nero. E' una delle loro fonti di finanziamento assieme alla vendita del petrolio delle zone occupate e a quella delle ragazze catturate ai mercati del sesso.
Tra gli iconoclasti i più fanatici sono i volontari delle brigate jihadiste venuti dall'estero, specialmente i giovani arrivati dall'Occidente. Ma molti tra i locali li contestano: un esempio sono gli ex baathisti che in Iraq sostenevano Saddam che infatti esaltava Babilonia e il passato pre-islamico.
Riassumiamo le 'imprese' dell'Isis, analoghe a quelle compiute dai talebani in Afghanistan che nel marzo 2011 sfregiarono le statue di Budda scolpite nella roccia nella valle di Bamijan.
In marzo gli uomini del Califfo entrarono dentro le mura della città di Hatra, 320 chilometri a Nord di Bagdad. Con i bulldozer rasero al suolo la città patrimonio dell'Unesco, in particolare i monumenti.
Poiché per loro tutto è lecito per distruggere quanto ritengono offensivo per l'Islam, i terroristi prendono poi d'assalto l'antica città assira di Nimrud, vicina a Mosul, in Iraq, e a colpi di piccone abbattono le sue antiche vestigia.
E' recente lo sfregio della città sirana di Palmira, chiamata “la sposa del deserto” perché attraverso i secoli è stata meta di viaggiatori e mercanti. Anch'essa patrimonio dell'Unesco, è stata più volte colpita dai tagliagole che ne hanno usato le rovine come teatro per le esecuzioni in piazza. Ultimo esempio la decapitazione di Al Asaad, 82 anni, da mezzo secolo capo del sito archeologico.
L'ultimo misfatto si è compiuto con la distruzione del monastero Mar Elian del quinto secolo, nella città siriana di Qaryatayan, vicino a Homs. Custodiva il sarcofago di Sant'Elian. Gli uomini del Califfato lo hanno abbattuto con le ruspe.
Il loro fine ultimo è il trionfo della loro lettura oltranzista e malata del Corano. E ciò credono di ottenere cancellando ogni testimonianza storica di tutte le culture diverse dalla loro.

Augusto Dell'Angelo
Augusto.dell@alice.it