LA VISIONE ITALIANA PER UNA DIFESA EUROPEA PIÙ FORTE

"Rafforzare la difesa comune potrebbe accelerare la nostra capacità di creare stabilità nelle aree e nelle regioni critiche per la nostra sicurezza, così come rendere più efficiente l’uso delle risorse. Inoltre, ciò avrebbe un forte impatto politico in quanto dimostrerebbe che siamo pronti a rilanciare l'integrazione europea". Così il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che ieri ha presentato agli eurodeputati italiani il documento che contiene le proposte dell’Italia per la difesa dell’Unione europea: missioni militari finanziate a livello Ue, incentivi e finanziamenti all'industria della difesa, attivazione degli articoli dei Trattati che permettono di istituire una forza multinazionale europea.
Il documento "La visione italiana per una difesa europea più forte" contiene la proposta del nostro Paese per contrastare le minacce che provengono sia dall’interno che dall’esterno delle nostre società e che generano paura e incertezza nei cittadini.
A Bruxelles il Ministro ha incontrato anche il Presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz, il rappresentante permanente dell'Italia alla Nato, Claudio Bisogniero, e il rappresentante permanente presso l'Ue, Maurizio Massari.
L'Italia non chiede un esercito europeo – ha detto Pinotti – né di smantellare le difese dei singoli stati ma di "metterle insieme per renderle più forti".
"Tra i settori in cui possiamo e dobbiamo cambiare il contesto in Europa, la difesa è uno dei più impegnativi, ma anche dei più promettenti" ha spiegato la titolare del Dicastero rimarcando quanto sia indispensabile "creare nuove prospettive politiche per la difesa comune agendo rapidamente per rafforzare la nostra capacità di agire a livello operativo e garantendo la disponibilità delle idonee capacità".
Il rafforzamento della dimensione della difesa europea, ha aggiunto, "non è in contraddizione o in competizione con la Nato". Al contrario "un'organizzazione più sinergica delle difese dei diversi stati europei" consentirebbe all'Ue di "essere un interlocutore più forte e gestibile anche per la Nato stessa".
In sintesi, il documento propone missioni militari finanziate a livello Ue, incentivi e finanziamenti all'industria della difesa, attivazione degli articoli dei Trattati che permettono di istituire una forza multinazionale europea.
Sviluppare una difesa europea significa sviluppare un insieme condiviso e credibile di capacità, delle quali l’Ue manterrebbe la titolarità e la gestione e che oltre a migliorare la capacità di operare insieme garantirebbero una robusta base industriale e tecnologica. Quello che più importa per lo sviluppo della difesa europea è individuare le condizioni politiche e il corretto processo decisionale per l'impiego di tali capacità.
L’iniziativa italiana propone in prima battuta un piano di incentivi fiscali e finanziari ai progetti di cooperazione militare. L'idea è che la ricerca e la produzione industriale siano incanalate in progetti unici, o comunque in progetti finanziati all'Unione. Si punta inoltre a stimolare l'industria della difesa, tramite l'introduzione di incentivi fiscali. In seconda battuta l'Italia propone che le missioni europee civili e militari siano finanziate a livello comunitario anziché da singoli stati membri, come avviene attualmente.
Per quanto riguarda i battlegroup, si propone un finanziamento a livello Ue. L'Italia auspica inoltre l'istituzione di un quartier generale dove si possano discutere e decidere le missioni militari europee, e il ricorso alle previsioni già contenute negli articoli dei Trattati Ue che permetterebbero a un gruppo di Stati di integrarsi in modo più stretto sul piano della difesa.