La Svizzera introduce il “reddito minimo”: 3400 euro al mese! Attese lunghe code ai confini

Per quanto possa essere relativamente vicina a noi, la Svizzera, patria del formaggio e del mitico coltellino tuttofare, sembra distante anni luce dal nostro paese.

Mentre in Italia si parla e si discute tanto di reddito minimo di cittadinanza, misurandolo in termini di centinaia di euro con stime al ribasso, nel paese dei 26 cantoni, tramite un referendum, ha modificato la carta costituzionale introducendo il salario minimo. Una riforma che, partita dai Verdi, è stata abbracciata in maniera trasversale da tutti i partiti (dai socialisti alla Lega dei Ticinesi). Le norme appena introdotte prevedono un salario minimo medio di 3.500 franchi lordi, pari a circa 3.400 euro al mese. Una cifra stratosferica, pur tenendo conto del diverso tenore di vita, rispetto a noi. Interessante l'esclusione da tale beneficio del 40% dei lavoratori che risultano già ampiamente tutelati dai contratti collettivi di settore.

Il sussidio, o reddito minimo che di si voglia, risulta talmente elevato che rischia di produrre un effetto contrario a quello desiderato: nato infatti per calmierare il fenomeno dei frontalieri italiani che lavorano in Svizzera, sottopagati rispetto ad un cittadino elvetico, rischia di creare un nuovo traffico di italiani che valicano il confine non per lavorare, bensì per chiedere semplicemente la residenza in Svizzera e trasferirsi nel Canton Ticino, vivendo serenamente con 3.400 euro al mese.

Per comprendere l'enorme differenza tra i due paesi, basti pensare che anche dimezzando la cifra considerata come minima, il risultato sarebbe stato comunque appetibile per una tipica famiglia media italiana confinante con la Svizzera.