LA QUESTIONE DELL’IMMAGINE NELL’ARTE E NELLA CULTURA ISLAMICA: A TORINO CONVEGNO DI STUDI NELLA GALLERIA ISLAMICA

La rappresentazione figurativa, per quanto bandita dai luoghi di culto e dai luoghi di preghiera musulmani, di fatto è sempre esistita sotto molteplici forme e i nuovi mezzi di comunicazione oggi ne amplificano ovviamente la diffusione.
Giovedì prossimo 9 febbraio la Galleria Islamica del MAO – Museo di Arte Orientale di Torino ospiterà una giornata di studi aperta al pubblico sul tema “La questione dell’Immagine nell’arte e nella cultura islamica”.
Docenti universitari, conservatori museali e ricercatori presenteranno alcuni interessanti casi studio e nei momenti di scambio saranno messe a confronto le diverse prospettive d’indagine: storico-artistica, archeologica e letteraria.
Gli ultimi interventi della giornata si focalizzeranno su alcuni aspetti ancora tutti da indagare legati alla memoria culturale dei luoghi e ai lasciti presenti soprattutto nell’Egitto Musulmano.
Nello stesso giorno, il 9 febbraio, verrà inaugurata la mostra “cavalieri d’Oriente”, che rimarrà aperta al pubblico fino al 25 giugno.
Il MAO espone all’ultimo piano di Palazzo Mazzonis una piccola ma preziosa selezione di tessuti. Per la prima volta dall’apertura del Museo questi verranno sostituiti con un gruppo di tessuti legati alla cavalcatura, tema molto interessante e poco conosciuto in Occidente.
L’esposizione “Cavalieri d’Oriente” presenta al pubblico un aspetto insolito della tradizione tessile orientale, presentando coperte da cavallo e da sella preziose e sfarzose e altre di uso più comune, restituendo così il duplice aspetto di oggetto d’uso quotidiano e di simbolo di ricchezza e fasto.
L’usanza di riservare coperture in tessuto alle cavalcature prestigiose appare piuttosto antica, come testimoniato dalle miniature di scuola timuride e safavide, dove i cavalli sono ornati di con ampie gauldrappe o con selle con apparato iconografico che richiama i tappeti ricchi di volute floreali. In Persia, dove l’equitazione e l’allevamento dei cavalli sono considerate nobili arti, le coperture da cavallo e le selle sono prodotte sia in laboratori cittadini sia in zone rurali. Tra le popolazioni nomadi tale manufatto doveva e deve essere sempre presente nella dote che la sposa porta in dono al consorte. In ambito ottomano i cavalli erano ornati in modo sfarzoso anche in tempo di pace come simbolo di potere.
Contestualmente verrà messa in risalto al centro della Galleria un’opera delle collezioni del Museo un vaso di pregevolissima fattura a forma di cavallo con cavaliere del XIII secolo proveniente dall’Iran centrale.