LA ‘LE PEN TEDESCA’ VIENE DALL’EST COME LA MERKEL

Non è più un 'oggetto misterioso' Frauke Petry da quando, domenica, alle elezioni in tre importanti Laender tedeschi, ha messo in crisi la potente Cancelliera Angela Merkel. Con una politica xenofoba, populista e anti-Ue, ma sopratutto contraria all'apertura ai profughi, il suo partito (“Alternativa”) ha nettamente superato il 10%, il che la dà sicuramente favorita per entrare al Parlamento federale nel voto previsto nell'autunno 2017.
L'ultima arrivata della politica tedesca è stata chiamata dai giornali berlinesi “Marine Le Pen germanica” e infatti ha già messo piede in ben 8 dei 16 Laender del Paese.
Ma chi è questa quarantenne che insidia Frau Angela, che di anni ne ha 61? Molti i punti di contatto. Il primo, il più importante, è che entrambe sono nate in quella che, fino alla caduta del Muro il 9 novembre 1989, era Germania Est, regno del 'socialismo reale'. Frauke a Dresda, nel Brandeburgo, regione attorno a Berlino. Laureata in chimica, ex donna d'affari (fondò una sua azienda), da due anni portavoce del partito ultra-conservatore “Alternativa”.
Lei ha 4 figli, Angela nessuno. Era sposata con un pastore protestante (la Merkel ne era figlia), ma divorziò perché il marito passò nelle file della Cancelliera. Lei si mise allora con un membro del gruppo xenofobo.
Ma com'è questo partito? Non nacque populista e infatti 3 anni fa fu fondato da Bernd Lucke, un economista dell'università di Amburgo con l'obiettivo di mettere in discussione l'euro e l'adesione della Germania alla moneta unica.
Posizioni quindi liberali, che ebbe l'adesione di intellettuali, manager e imprenditori. Alle elezioni politiche del settembre 2013 sfiorò la quota del 5% che gli avrebbe consentito l'ingresso al Bundestag, ma nel maggio 2014 andò oltre il 7% nel voto europeo.
La svolta nell'estate scorsa quando Lucke abbandonò il partito il quale scelse appunto Frauke Petry com leader. Era arrivata la “Le Pen tedesca”, ma per certi versi anche la “Trump germanica”. Infatti, in uno dei suoi recenti comizi, ha detto che i soldati non dovrebbero esitare a sparare sui rifugiati se mettono in pericolo (come alla stazione di Colonia la notte di Capodanno) la sicurezza nazionale.

AUGUSTO DELL’ANGELO
Augusto.dell@alice.it