La Grecia sotto attacco, la finanza alza barricate, ma forse si cerca la mediazione

Sono bastati solo pochi giorni all'Europa del “direttorio” finanziario per mostrare i muscoli alla disobbediente Grecia. Si è infatti passati dalle dichiarazioni di disponibilità ad azioni concrete di attacco alla ritrovata o meglio riaffermata autonomia e dignità di Atene. La Bce ha infatti deciso di rimuovere la deroga, introdotta nel 2010, che consentiva alle banche greche di approvvigionarsi di liquidità fornendo a garanzia titoli di stato. La notizia è stata annunciata dalla banca centrale europea in una nota dopo la riunione del proprio consiglio direttivo. "Il consiglio direttivo - si legge in una nota della Bce - ha deciso di rimuovere la deroga sugli strumenti di debito quotati emessi o garantiti dalla repubblica ellenica". "I bond della Grecia non sono più garanzia per ottenere liquidità". La stessa Bce spiega che quella deroga permetteva che i titoli pubblici greci fossero usati nelle operazioni di politica monetaria dell'eurosistema nonostante la Grecia non avesse più un rating al livello d'investimento, ma speculativo. Insomma per la finanza europea la Grecia è “spazzatura”, non solo i sui titoli, ma il giudizio è sostanzialmente allargato al popolo greco, reo di essersi ribellato votando in maniera non adeguata alle volontà della Merkel e di chi per davvero comanda in Europa. Di fatto la Bce - il cui presidente Mario Draghi ha appena incontrato il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis - dà un giudizio sulla nuova linea anti-troika impressa dal governo Tsipras appena insediato: "attualmente non è più possibile presumere una conclusione positiva della revisione del programma" di risanamento greco. Insomma rischia di naufragare sul nascere l'obiettivo greco di rinegoziare il debito greco di 240 miliardi di euro del piano di salvataggio internazionale. Il ministro greco delle finanze Varoufakis intenderebbe mantenere a galla la Grecia fino a giugno proponendo uno swap (scambio di  flussi di cassa) per alleggerire il peso del debito di Atene, che colleghi i rimborsi sugli interessi alla ripresa della crescita del pil. Ma la risposta della Bce sembra preludere ad una bocciatura preventiva del piano rendendo una missione impossibile la visita che oggi il ministro greco avrà in Germania dove incontrerà il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. Nonostante tutto forse con l'ottimismo della disperazione il ministero delle finanze greco Yanis Varoufakis vede il bicchiere ancora mezzo pieno, secondo lui la Bce ha deciso di mettere pressione sull'eurogruppo per raggiungere un accordo che benefici sia alla Grecia sia ai suoi partner. Insomma secondo Atene aver considerato spazzatura i titoli ellenici sarebbe un modo per avvertire i creditori della Grecia che se non si trova un accordo i 240 miliardi diventeranno inesigibili. Una interpretazione che potrebbe in effettivamente preludere ad un braccio di ferro fra chi pur di ribadire la propria rigita linea della fermezza preferisce perdere del denaro per evitare che quello greco diventi un pericoloso precedente e chi cerca di salvare capra e cavoli. Fra questi certamente l'Italia che non è certo nelle condizioni di mettersi sulla groppa 40 miliardi di crediti inesigibili da Atene e nello stesso tempo ritine una novità positiva l'avvento di Tsipars nel panorama politico degli equilibri europei. Difficile a questo punto fare valutazioni.