La Fondazione Crup, pubblica l’anastatica di un raro codice

Senza titolo-1La Fondazione Crup di Udine, grazie a un proficuo sodalizio con il Comune di San Daniele, è riuscita a dare alle stampe una preziosa copia anastatica di uno dei più rari codici trecenteschi riportanti l’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri, il così detto, Fontaniniano.
Grazie all’intervento della Fondazione udinese, dunque, anche il pubblico potrà godere della bellezza del manoscritto, il cui originale è custodito nella Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli dal XVIII secolo. Intitolato, “Dante Guarneriano. Bellezza in codice”, curato da Angelo Floramo, direttore scientifico della Biblioteca, ed edita da Roberto Vattori, l’opera sarà presentata al pubblico domani 25 giugno alle 17.30 nella sede della Fondazione Crup, in via Manin a Udine.
Per chi non lo sapesse, per codice s’intende un libro manoscritto. L'origine del nome deriva dal latino caudex, ovvero tronco d’albero, riferito all’uso antichissimo di scrivere su tavolette di legno, poi sostituite dalla pergamena e dalla carta vegetale.
Tra le copiature della Divina Commedia di Dante (iniziata nel 1304 e finita nel 1321, anno della sua morte) ci sono alcune curiosità: il notaio ser Tieri degli Useppi da San Gimignano trascrisse alcuni versi del III canto dell’Inferno sulla copertina di un registro di atti criminali che si trova presso l’Archivio di Stato di Bologna; sempre in questo Archivio sono conservati Memoriali di altri notai che, nello stesso periodo, riportano versi del Purgatorio. I versi venivano utilizzati dai notai per riempire gli spazi bianchi dei loro atti, in modo da evitare aggiunte e modifiche da parte di altri. Dal 1322 al 1330, un rabbino romano trascrive in ebraico alcune terzine del Paradiso, mentre a Genova nel 1336, il copista Antonio da Fermo scrive il primo codice datato, che riporta l’intera Commedia. Il manoscritto in pergamena è conservato nella Biblioteca Comunale Passerini Landi di Piacenza e per questo è detto Manoscritto Landiano. Nel 1337, Francesco di Ser Nardo da Barberino copia il manoscritto fiorentino, detto Tivulziano perché si trova nella Biblioteca Trivulziana di Milano. Circa dieci anni dopo Francesco da Barberino dirigerà un’officina di copisti che riuscì in poco tempo a produrre cento copie della Commedia, dette “Danti del Cento”. Tali copiature serviranno nel 1374 a Giovanni Boccaccio che a Firenze, nella Chiesa di Santo Stefano in Badia, lesse la Commedia. Altre letture pubbliche furono poi fatte a Siena, Bologna, Ferrara, Verona.
E ora anche il Friuli, esibisce e divulga il suo raro codice.

"E’ con grande stupore - spiega il presidente della fondazione, Lionello D'Agostini - e commozione che abbiamo riscoperto uno dei più antichi codici trecenteschi della Divina Commedia esistenti al mondo, conservato sin dal ‘700 nella Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, nel cuore della nostra terra. Per la nostra Fondazione è un vero privilegio presentare al pubblico questa straordinaria operazione editoriale, frutto di un intervento di alto valore storico, lologico e culturale, volto a valorizzare un ricco patrimonio artistico locale che riscopre la magnicenza del Sommo Poeta, di colui che è stato e che continuerà ad essere il padre della lingua italiana".

Alla cerimonia di domani saranno presenti, oltre al presidente D'agostini, anche il sindaco di San Daniele, Paolo Menis. Interverranno Matteo Venier, docente all'Università di Udine sul tema: "Dante in Friuli: nota storica-bibliografica"; Mario D'Angelo su "Il codice sandanielese della Divina Commedia"; Carlo Venuti su "Miniature, acquerelli, disegni: un codice laboratorio; Angelo Floramo su "Il commento all'Inferno di Dante di Graziolo de' Bambaglioli". Previsto un intermezzo musicale a cura degli studenti del conservatorio, Jacopo Tomadini di Udine. Inoltre breve lettura di versi danteschi da parte dell'attore Giorgio Monte.