La dichiarazione del ministro Pinotti: Militari italiani in Libia, nessun intervento di terra

La politica estera italiana sulla questione libica è a corrente alternata, qualcuno potrebbe giudicarla schizofrenica. Un giorno si fa intendere che tutto e pronto per agire militarmente, si concede agli Usa di armare i droni presenti a Sigonella che dovevano essere solo ricognitori fotografici. Poi arrivano le dichiarazioni nel senso di “non vale si rifà abbiamo scherzato”. Oggi siamo in questa fase che speriamo fra l’altro diventi linea stabile del governo italiano. così veniamo a sapere dal ministro della Difesa Pinotti nel corso di un intervento alla trasmissione "La Telefonata" su Canale 5 che: un intervento militare delle truppe italiane in Libia è "impensabile" ed è "certamente escluso". Un intervento militare di occupazione della Libia a poi spiegato Pinotti nel merito "è impensabile, assurdo, nessuno lo ha mai pensato, certamente è escluso". "Quello su cui si sta lavorando è la formazione" delle forze di sicurezza, "che è voluta anche dall'Onu. Nel momento in cui, e noi speriamo quanto prima, il governo libico si insedierà e inizierà a stabilizzare la Libia, che ha molti territori in difficoltà anche per l'inserimento anche del Daesh, se ci sarà bisogno - come probabilmente potrebbe essere - di dare una mano alla sicurezza con addestratori, advisor, o con forze di sicurezza che diano protezione noi possiamo essere disponibili. A questo stanno lavorando diciannove nazioni, con il coordinamento dell'Italia. Questo non è possibile farlo, è chiaro, a prescindere da un accordo con il governo". Sulla Libia, ha proseguito il ministro della Difesa, "bisogna distinguere due piani e uno è il piano di stabilizzazione che - e sono concordi tutte le nazioni - è difficile immaginare senza interlocuzione con i libici stessi. Quindi è certamente un segnale negativo che ci sia stata ancora una volta una fumata nera da parte del parlamento al voto sul governo che è stato presentato". Però, ha precisato, "c'è un fatto: la stragrande maggioranza dei parlamentari è favorevole al governo, ma ci sono stati episodi preoccupanti di intimidazioni e quindi non si è poi riusciti ad arrivare al voto. C'è un nuovo appuntamento e noi ovviamente ci auguriamo che questo avvenga, anche se siamo molto preoccupati dal fatto che i rinvii sono molti. Però è evidente a tutti che una nazione grande come la Libia non può che essere stabilizzata con un accordo con le forze locali, su questo non ci sono dubbià".