La Corte Costituzionale salva il Rosatellum 2.0. Rigettati i ricorsi sul voto di fiducia, motivo: “ricorrenti non qualificabili come poteri Stato”

La Corte Costituzionale ha per ora salvato il Rosatellum , l'alta Corte probabilmente non se le è sentita di bloccare la legge elettorale a poche settimane dal voto. In realtà in molti si attendevano che la decisione venisse rinviata ma i giudici hanno deciso diversamente, non sono di fatto entrati nel merito, ma hanno semplicemente dichiarato inammissibili i conflitti di attribuzione sollevati sul Rosatellum e sull'Italicum in quanto i ricorrenti non sono “qualificabili” come poteri dello Stato. I ricorsi erano in relazione alla procedura di approvazione di entrambe le leggi elettorali, avvenuta con voto di fiducia. A sollevare tre conflitti alla Consulta, firmati dal professor Felice Besostri, erano stati alcuni parlamentari, tra cui esponenti del Movimento 5 Stelle. Un quarto ricorso, anche questo dichiarato inammissibile, era stato proposto dal Codacons, sempre sullo stesso tema.

Nei tre conflitti di attribuzione firmati dal professor Felice Besostri si sosteneva che l'articolo 72 della Costituzione e i regolamenti parlamentari escludono la facolta' di porre la questione di fiducia su leggi in materia costituzionale ed elettorale, poiche' in tal modo si comprime il dibattito parlamentare. Due dei conflitti erano tutti concentrati sulle votazioni di fiducia sull'Italicum, il terzo, sottoscritto dai presidenti dei gruppi parlamentari M5s di Camera e Senato, invece puntava il dito anche contro il Rosatellum, legge che all'epoca del deposito del ricorso era gia' stata approvata dal Parlamento ma non ancora promulgata. Nel documento sottoposto all'attenzione della Consulta, l'obiettivo dichiarato dal pool di legali guidati da Besostri era quello di "affermare il diritto, dei singoli parlamentari nonchè dei gruppi parlamentari da essi presieduti, di contribuire ad esercitare, quali componenti del Parlamento, le funzioni costituzionali proprie del potere legislativo nelle forme e nei limiti della Costituzione, cioè di poter svolgere il proprio mandato entro una cornice costituzionale rispettosa dei principi, dei valori delle regole (anche di procedura) fissate dalla Costituzione".

"Posto che un senatore non ha titolo per sollevare conflitto contro il Governo, per di più lamentando vizi del procedimento parlamentare seguito presso la Camera dei deputati, nessuno dei ricorrenti è, nel caso di specie, qualificabile quale potere dello Stato". Lo comunica Palazzo della Consulta che come Ponzio Pilato se ne lava le mani spiegando perchè ha dichiarato inammissibili i conflitti di attribuzione sollevati sulle procedure di approvazione delle leggi elettorali 'Italicum' e 'Rosatellum'. "Nessuno dei tre ricorsi individua in modo chiaro e univoco nè la qualità in cui i ricorrenti si rivolgono alla Corte nè le competenze eventualmente lese nè l'atto impugnato. Tali gravi carenze degli atti introduttivi non mettono la Corte in condizione di deliberare sul merito delle questioni". Eppure ai profani la questione appare chiarissima, l'art 72 della Costituzione recita testualmente “Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l'approva articolo per articolo e con votazione finale”. Lo stesso articolo stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l'urgenza. Ebbene non solo le leggi elettorali non sono fra questi provvedimenti “abbreviati” ma vengono addirittura esplicitamente escluse: “La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale ….”
Ma prevale evidentemente una ragion di Stato che ai cittadini comuni non può apparire accettabile. Così la Corte cavilla e spiega che i tre conflitti, "sono stati presentati da alcuni soggetti che si sono qualificati allo stesso tempo come elettori, soggetti politici, parlamentari e rappresentanti di un gruppo parlamentare (Movimento 5 Stelle)", mentre il quarto " è stato proposto congiuntamente dal Codacons, da un cittadino elettore e da un senatore contro il Governo, per aver posto la questione di fiducia, alla Camera dei deputati, durante l'iter di approvazione della legge elettorale 'Rosatellum'". Insomma una bocciatura non nel merito della questione ma sulla legittimità di chi poteva o meno chiedere l'intervento della Corte. Insomma è come se un ambulanza fosse chiamata direttamente da un cittadino e non dal centralino dell'ospedale o magari da un semplice medico. Secondo l'idea della Alta Corte evidentemente il malato può morire. Così è per il Rosatellum, è stato approvato in spregio non solo alla carta Costituzionale e al Parlamento, ma soprattutto ai cittadini elettori che si spera non dimentichino. Noi cercheremo di ricordarlo ad ogni occasione utile.

Fabio Folisi