LA COMMISSIONE UE RIUNISCE I LEADER RELIGIOSI PER DISCUTERE DI MIGRAZIONE, INTEGRAZIONE E VALORI EUROPEI

Ieri a Bruxelles il primo Vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans ha ospitato la 12a riunione annuale ad alto livello con i leader religiosi di tutta Europa per discutere sul tema "Migrazione, integrazione e valori europei".
Le discussioni – riporta la Commissione – hanno spaziato dalle sfide poste da fenomeni quali il populismo e l'intolleranza al ruolo essenziale dell'istruzione e della sensibilizzazione dei cittadini per migliorare l'integrazione e la coesione sociale in Europa. I leader hanno convenuto di collaborare strettamente con la Commissione per garantire l'adesione ai valori europei nel contesto della migrazione e dell'integrazione.
"I leader religiosi svolgono un ruolo vitale nel favorire l'integrazione e la partecipazione di tutti i membri dei loro gruppi in Europa quali europei a pieno titolo, indipendentemente dalle loro origini e dal loro credo”, ha sostenuto Timmermans. “Attraverso questi dialoghi possiamo identificare i valori comuni fondamentali che ci uniscono, anziché sottolineare ciò che ci divide".
Ha partecipato all’incontro anche Dimitris Avramopoulos, responsabile per il portafoglio Migrazione, affari interni e cittadinanza, secondo cui "è essenziale coinvolgere tutte le comunità, comprese quelle delle varie religioni, per creare e mantenere una società coesa e inclusiva per tutti. Con l'ascesa del nazionalismo, della xenofobia e dell'estremismo, dobbiamo fare in modo che la nostra società resti una società dell'accoglienza - in particolare nei confronti di coloro i quali fuggono dalla guerra e hanno bisogno di protezione internazionale, mantenendo al contempo i nostri valori e principi fondamentali".
La riunione si è svolta nel quadro dell'attuale dialogo con le chiese, le religioni, le organizzazioni filosofiche e non confessionali, come stabilito dal trattato di Lisbona (art. 17 del TFUE) e fa seguito a una riunione annuale con le organizzazioni filosofiche e non confessionali, tenutasi il 30 giugno 2016.
Riunioni ad alto livello e dibattiti di carattere operativo si svolgono periodicamente tra la Commissione europea e le chiese, le associazioni e comunità religiose e le organizzazioni filosofiche e non confessionali. Quello di oggi è il 12º di una serie di incontri annuali varati dalla Commissione nel 2005. Il dialogo con le chiese, le religioni, le organizzazioni filosofiche e non confessionali è stato sancito dall'articolo 17 del trattato di Lisbona a partire dal 2009.
Il 7 giugno 2016 la Commissione ha adottato un piano d'azione per l'integrazione dei cittadini di paesi terzi comprendente una serie di azioni che riguardano non solo l'istruzione, l'occupazione e l'accesso ai servizi, ma anche la non discriminazione e l'inclusione sociale. La Commissione pone l'accento, in particolare, sulla promozione di un'istruzione inclusiva e sui valori comuni europei, come pure sulla comunicazione con i giovani.
La Commissione ha adottato una serie di provvedimenti per attuare la dichiarazione di Parigi sulla promozione della cittadinanza e dei valori comuni di libertà, tolleranza e non discriminazione attraverso l'istruzione, adottata il 17 marzo 2015. Nel 2016 il programma Erasmus+ eroga più di 400 milioni € a favore di partnership transnazionali per sviluppare approcci politici innovativi e pratiche a livello locale. Nell'ambito del programma "Europa per i cittadini 2014-2020", la Commissione cofinanzia progetti destinati a sensibilizzare ai valori dell'UE, come la tolleranza e il rispetto reciproco, e a promuovere l'impegno a livello della società civile. Il programma "Diritti, uguaglianza e cittadinanza 2014-2020" sostiene progetti incentrati sulla prevenzione e la lotta contro l'odio e l'intolleranza razzisti e xenofobi, nonché progetti che promuovano lo sviluppo di strumenti e pratiche volte a prevenire, monitorare e combattere i discorsi di incitamento all'odio su Internet, anche mediante l'elaborazione di contro-argomentazioni.
Presenti all’incontro il Metropolita Athenagoras del Belgio, esarca dei Paesi Bassi e del Lussemburgo, Heinrich Bedford-Strohm, vescovo della Baviera e presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania (Evangelische Kirche in Deutschland, EKD), Imam Hassen Chalghoumi, imam di Drancy (Francia) ed ex presidente della Conferenza degli imam di Francia; Arie Folger, rabbino capo della comunità ebraica a Vienna; Albert Guigui, rabbino capo di Bruxelles e rappresentante permanente della Conferenza dei rabbini europei presso l'Unione europea; Imam Benjamin Idriz, direttore della comunità islamica a Penzberg; Reverendo Robert Innes, vescovo in Europa; Antje Jackelèn, arcivescovo della chiesa di Svezia; Anziano Patrick Kearon, presidente dell'area Europa della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni; Jean Kockerols, vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Malines-Bruxelles e primo vicepresidente della COMECE; il vescovo Czeslaw Kozon, presidente della Conferenza episcopale nordica; Imam Yahya Pallavicini, presidente della Comunità religiosa islamica in Italia, Polycarpus, metropolita e vicario patriarcale dei Paesi Bassi, della Chiesa ortodossa siriaca di Antiochia; Sua Beatitudine Ratislav, arcivescovo di Prešov e primate della chiesa ortodossa ceca e slovacca, e Lakshmi Vyas, presidente del Forum indù dell'Europa