LA COMMISSIONE UE LANCIA LA RIFLESSIONE SULLA DIMENSIONE SOCIALE DELL’EUROPA DA QUI AL 2025

Dopo aver avviato la discussione sul futuro dell'Europa con il Libro bianco presentato il 1° marzo, ora la Commissione europea pone l'accento sulla dimensione sociale dell'Europa da qui al 2025.
Ieri è stato infatti lanciato un documento di riflessione sulla dimensione sociale dell'Europa che darà il via a un processo di riflessione con i cittadini, le parti sociali, le istituzioni dell'UE e i governi degli Stati membri per individuare le risposte alle sfide che le società e i cittadini europei dovranno affrontare nei prossimi anni. Il documento si sforza inoltre di chiarire il contributo che può essere dato a livello di UE per affrontare queste sfide.
"Questo documento di riflessione pone le basi per un dibattito sul tipo di dimensione sociale che vogliamo per l'Europa e sulle iniziative che possono essere adottate a livello europeo in risposta alle sfide attuali”, spiega Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l'Euro e il dialogo sociale, la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l'Unione dei mercati dei capitali. “Per giungere a un consenso sulle idee presentate nel documento di riflessione, contiamo sull'attiva partecipazione dei parlamenti nazionali, delle parti sociali e dei cittadini”.
Più concretamente, il documento di riflessione sulla dimensione sociale dell'Europa, elaborato sotto la guida del Vicepresidente Dombrovskis e della Commissaria Thyssen, solleva questioni sociali di vasta portata che riguardano non solo il modo in cui viviamo e in cui sono organizzate le società, ma anche il modo in cui è possibile sostenere il nostro tenore di vita, creare nuovi e migliori posti di lavoro, dotare le persone delle giuste competenze e rendere più unita la nostra società, in previsione della società e del mondo del lavoro di domani.
Vengono presentate tre opzioni per il futuro, che rispecchiano le argomentazioni ricorrenti emerse nel corso del dibattito pubblico.
Limitare la "dimensione sociale" alla libera circolazione: con questa opzione l'Unione manterrebbe in vigore le norme volte a promuovere la circolazione delle persone oltre le frontiere, come quelle relative ai diritti di sicurezza sociale dei cittadini mobili, al distacco dei lavoratori, all'assistenza sanitaria transfrontaliera e al riconoscimento dei diplomi. Tuttavia non vi sarebbero più standard minimi a livello di UE riguardanti, ad esempio, la sicurezza e la salute dei lavoratori, i tempi di lavoro e di riposo o i congedi di maternità/paternità. L'Europa non promuoverebbe più le possibilità per gli Stati membri di scambiarsi le migliori pratiche in materia di istruzione, sanità, cultura e sport; inoltre i programmi sociali e i programmi di riconversione regionali negli Stati membri che beneficiano di cofinanziamenti UE dovrebbero essere interrotti o finanziati da risorse nazionali.
Chi vuol fare di più in campo sociale fa di più: gruppi di paesi diversi potrebbero decidere di fare collettivamente di più in ambito sociale. Potrebbero farlo i paesi la cui moneta unica è l'euro, per preservare la forza e la stabilità della zona euro ed evitare adeguamenti repentini del tenore di vita dei cittadini, o qualsiasi altra configurazione di paesi partecipanti, concentrandosi eventualmente su altre questioni.
I paesi dell'UE a 27 approfondiscono insieme la dimensione sociale dell'Europa: anche se il centro di gravità per gli interventi in ambito sociale dovrebbe rimanere e rimarrebbe al livello delle autorità nazionali e locali, l'UE rifletterebbe su come dare ulteriore sostegno all'azione degli Stati membri, sfruttando appieno tutti gli strumenti di cui dispone. Oltre a fissare standard minimi, la normativa potrebbe armonizzare pienamente a livello di UE i diritti dei cittadini in determinati settori, per concentrarsi sulla convergenza dei risultati sociali.
La discussione sulla dimensione sociale dell'Unione è opportuna e fondamentale in un momento in cui l'Europa a 27 riflette su come impostare il suo futuro. Nello spirito del Libro bianco sul futuro dell'Europa, il documento di riflessione apre il dibattito presentando idee, proposte e opzioni diverse per una dimensione sociale dell'Europa da qui al 2025. Le idee esposte nelle diverse opzioni possono essere combinate e non sono né prescrittive né restrittive: il loro scopo è arricchire e alimentare il dibattito, per poter poi adottare misure concrete.
Al tempo stesso, la Commissione continua ad adoperarsi per promuovere l'Europa sociale in linea con i suoi orientamenti politici e con il suo programma di lavoro. Il varo del Pilastro europeo dei diritti sociali e le iniziative che lo accompagnano – lanciate ieri – costituiscono un'iniziativa faro di questo mandato, per progredire verso mercati del lavoro e sistemi previdenziali più equi, più efficienti e a prova di futuro e sostenere una rinnovata convergenza verso condizioni di vita e di lavoro migliori.