La Camera dei deputati ha approvato con voto unanime la relazione su mafia e informazione predisposta dal vicepresidente della commissione Antimafia, Claudio Fava

La Camera dei deputati ha approvato all'unanimità la relazione sullo stato dell'informazione e sulla condizione dei giornalisti minacciati dalle mafie predisposta dalla commissione Antimafia nell'agosto 2015 al fine di offrire "al Parlamento e all'opinione pubblica una rappresentazione dello stato dell'arte del rapporto fra informazione e mafia", ha spiegato Claudio Fava, vicepresidente della Commissione.
Si tratta, ha poi commentato l'esponente del gruppo di Sinistra italiana, di "una relazione che non vuole celebrare, né semplicemente offrire solidarietà ai troppi giornalisti minacciati o che hanno subito violenze in questi anni, ma che vuole provare a proporre rimedi. Sul piano normativo, ma anche sul piano sociale, facendosi carico ad esempio della estrema condizione di precarietà in cui molti dei giornalisti minacciati vivono".
Tra le ipotesi allo studio, una aggravante dei reati commessi dai mafiosi nei confronti dei giornalisti "perché violenza e minacce non riguardano solo l'incolumità del giornalista: un cronista costretto al silenzio è una risorsa in meno per l'opinione pubblica. I giornalisti meritano una tutela particolare non perché debbano essere privilegiati ma perché svolgono una funzione sociale", ha detto ancora Fava che ha anche ringraziato "per il paziente e dettagliato lavoro di inchiesta che svolge l'Osservatorio Ossigeno", presente alla conferenza stampa con il suo direttore, Alberto Spampinato.
Tra gli interventi proposti nella relazione spicca poi l’intenzione di pervenire ad una norma più incisiva contro le querele temerarie, tema – aveva anticipato il relatore in conferenza stampa – da affrontare con più generosità e decisione.
"Il nostro grazie all'onorevole Fava, a tutti i parlamentari che hanno dato il loro consenso e alla associazione Ossigeno, che ha fornito un contributo essenziale", è il commento del segretario generale e del presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
"Oltre a descrivere il fenomeno, la relazione indica – osservano Lorusso e Giulietti in una nota – alcune possibili misure legislative da assumere a tutela del lavoro dei cronisti e tra queste il contrasto delle cosiddette "querele temerarie" , diventate il vero strumento di intimidazione e minaccia. Dal momento che già lunedì inizierà a Montecitorio la discussione sulla riforma del processo civile, quella potrebbe essere la sede per dare una traduzione legislativa all'importante e civile voto di ieri".
Positivo anche il giudizio espresso da Laura Garavini, componente dell'ufficio di presidenza del gruppo del Partito democratico alla Camera; "Ogni anno in Italia circa 300 giornalisti subiscono intimidazioni e attacchi, e il numero è in crescita. Da qualche anno è aumentato il numero dei giornalisti a cui lo Stato garantisce una scorta per tutelare la loro incolumità. Per questo è un segnale molto importante l'approvazione unanime della Risoluzione che recepisce il lavoro di indagine del comitato presieduto dall'onorevole Fava", ha detto Laura Garavini, componente dell'ufficio di presidenza del gruppo del Partito democratico alla Camera, intervenendo il Aula durante le dichiarazioni di voto sul testo della Risoluzione.
Garavini ha aggiunto che "per contrastare il tentativo delle nuove mafie di condizionare l'informazione è necessario rafforzare il giornalismo e i giornalisti, contrastare la precarietà della professione (il numero dei giornalisti precari in Italia è aumentato fortemente negli ultimi anni, i loro guadagni sono bassi soprattutto al Sud dove ricevono anche solo 15/20 euro ad articolo). Giornalisti impiegati in modo stabile – ha aggiunto la deputata – sono più forti e possono lavorare in maniera più coraggiosa”.
Secondo Garavini, poi, “sono necessarie le tutele contro le denunce per diffamazione spesso mezzo di pura intimidazione a danno di giornalisti. A questo proposito è molto positivo che in Commissione Giustizia, in sede di analisi della riforma al Processo Civile, sia stato approvato proprio in questi giorni un emendamento dei relatori che introduce sanzioni pesanti per chi agisce in giudizio inutilmente, proprio allo scopo di far tacere l'informazione".