La Bei investe nel “made in Italy”

La Bei (Banca europea per gli investimenti), alla stregua della Bce (Banca centrale europea), si appresta ad una iniezione massiccia di liquidità nel sistema economico italiano a sostegno dello sviluppo e della occupazione. A differenza delle Bce, però, tali risorse dovrebbero (purtroppo il condizionale è d'obbligo) essere dirottate verso le attività produttive e non ad uso e consumo degli istituti di "credito".

In realtà, i fondi previsti, pari a circa due miliardi di euro, passeranno sempre attraverso grosse banche nazionali (Unicredit, Mps... non certo campioni di trasparenza), ma tale plafond stanziato dalla Bei andrà unicamente a sostenere progetti di sviluppo presentati da Pmi e società di medie dimensioni.

In questo progetto, Unicredit collabora attivamente attraverso l'erogazione di 300 milioni di euro destinati alle aziende medie-grandi (fino a 3mila dipendenti) di servizi e industriali per finanziare investimenti in beni materiali e immateriali ovvero in capitale circolante.

Al gruppo di banche si aggiungono anche Unicredit Leasing e Bnl e Bnp Paribas Leasing group con ulteriori fondi specifici  erogati dalla Bei a tassi agevolati per le imprese.

Un capitolo a parte, infine, riguarda «Italy new youth & start-ups initiative»; il programma servirà a finanziare le start-up e l’occupazione giovanile in Italia, attraverso una provvista di circa 200 milioni di euro. Linfa vitale per le nuove attività imprenditoriali "made in Italy".