Italicum: per Civati annuncia il “non vale si rifà” e lancia un referendum abrogativo sui “nominati” nelle liste

A molti osservatori la scelta di Pippo Civati di lasciare il Pd era sembrata azzardata, tanto che, dicevano non ha ancora espresso con precisione quello che intende fare. Oggi sono stati accontentati, a una settimana dalla traumatica fuoriuscita dal gruppo parlamentare del Partito Democratico, Civati lancia la sua sfida all’Italicum ed annuncia che domani pomeriggio al Senato presenterà un’iniziativa referendaria allo scopo di togliere i nominati dalle liste. Insomma Civati rilancia e cerca sponde sulla vicenda della nuova legge elettorale, che la settimana scorsa dopo l'approvazione con un colpo “fiducia” aveva ricevuto l’avallo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La legge come è noto prevede cento collegi con capilista bloccati e questo darà di fatto alle segreterie dei partiti lo strumento per stabilire a priori chi entrerà in Parlamento, considerando che ben poche forze politiche avranno l’occasione di fare eleggere più di un parlamentare per ogni circoscrizione rendendo così vana la preferenza espressa dall’elettore. Questo è stato uno delle questioni più controverse del sistema di voto concepito con il Patto del Nazareno e poi approvato definitivamente alla Camera dalla sola maggioranza e per di più a ranghi ridotti. E su di esso si è giocata anche larga parte della battaglia che ha visto protagonista anche la minoranza del Pd. Di qui la scelta di Civati, che della sinistra del partito democratico era l’anima più irrequieta di rompere gli indugi e passare all’azione: «Quello che non ha potuto fare il Parlamento - commenta ora il parlamentare di Monza - lo faranno i cittadini».
Come è noto dettame costituzionale la legge elettorale non può essere sottoposta nella sua totalità a referendum abrogativo in quanto lascerebbe il Paese privo di una delle norme fondamentali. E' invece possibile intervenire su alcune sue parti, ma per il suo impianto ad incastri multipli l’Italicum non è facilmente emendabile con delle semplici cancellazioni di articoli o di parti di essi, senza una loro sostituzione il sistema non funzionerebbe e il referendum partirebbe senza possibilità di arrivare da nessuna parte. Ma il nodo dei capilista bloccati invece, secondo i promotori del referendum, ha la possibilità di essere superato senza intaccare il funzionamento generale dell'impianto legislativo. Così come quello delle pluricandidature, ovvero la possibilità di indicare la stessa persona in più collegi consentendo poi alla stessa, attraverso la scelta del collegio dove dove essere eletta, di essere padrona del destino dei secondi arrivati. Questa è in realtà considerata una ulteriore leva nelle mani dei partiti per determinare bypassando la volontà degli elettori chi entra alla Camera e chi no (l’Italicum come è noto, inoltre, non varrà per il Senato che con la riforma costituzionale dovrebbe essere trasformato in assemblea non elettiva).