Istat: l’Italia cresce, ma meno di quanto si sperava

Secondo i dati resi noti dall'Istat, nel secondo trimestre del 2015 il Pil è cresciuto dello 0,2% su base mensile, registrando la seconda crescita consecutiva (+0,3% nel primo trimestre). L'Istituto di statistica precisa che tale risultato è dato da un calo nel settore primario, un incremento nei servizi e una sostanziale parità nell'industria-edilizia.

Interessanti le diverse reazioni delle parti interessate: il Governo definisce tali risultati come soddisfacenti "come da attese", mettendo in risalto il fatto che dopo 11 mesi consecutivi di ribasso, si sono verificati due rialzi consecutivi (anche se inferiori alle attese e alle speranze).  Meno soddisfatta la parte politica avversaria, un esponente della minoranza (Enrico Zanetti di Scelta Civica e sottosegretario all'economia) ha dichiarato: "Si può e si deve fare meglio".  Acido Renato Brunetta (Forza Italia): "Povero Renzi, povera Italia".

Meno ironico e più sinceramente preoccupato il giudizio di Giorgio Squinzi, presidente degli industriali: "E' quello che ci aspettavamo: la conferma che non c'è una ripartenza vera". Squinzi si augura che la seconda parte del 2015 vada meglio "Altrimenti sono guai...".

Per comprendere meglio il significato del dato riferito alla crescita del Pil tricolore è necessario fare un confronto col resto dell'Europa e delle nazioni leader: nell'area Euro il secondo trimestre si è registrato una crescita dello 0,3%, mentre nel precedente dello 04%, accumulando un incremento aggiuntivo dello 0,2% da gennaio rispetto all'Italia. Ancora meglio ha fatto l'Ue a 28 stati: il Pil è cresciuto dello 0,4% sia nel primo che nel secondo trimestre.

Da segnalare un sostanziale rallentamento sia della crescita della Germania (+0,4%, inferiore alle attese) che della Francia (stabile, come da attese).

Determinanti in tal senso le vicende legate alla Grecia e alla Cina.