Israele-Arabia Saudita: asse segreta di ex nemici sullo Yemen

I nemici dei miei nemici possono diventare miei amici. L’ ha detto il Premier israeliano Benjamin Netanjahu davanti ai senatori Usa perché Obama intenda. Tradotto: gli Usa non facciano accordi con l’ex nemico Iran (di entrambi) per il semplice fatto che ambedue (Washington e Teheran) hanno comuni nemici: i terroristi dell’Isis. Cambiando il contesto, Tel Aviv, da sempre nemico dei sauditi, può accordarsi con Riad per contrastare l’Iran. Sempre Israele, che contesta gli States, in realtà usa la stessa strategia: ribalta la politica di vari anni e tratta in segreto con l’ex nemico Arabia Saudita e gli altri Paesi del Golfo escluso il Qatar. Finora nessuna relazione diplomatica ufficiale, comunque vendita di petrolio a Israele. Vi è però un residuo e grave ostacolo all’apertura di relazioni realmente amichevoli tra i due Paesi: il finora mancato ritiro degli ebrei dai territori occupati in Cisgiordania: è la condizione per la nascita (finalmente) di uno Stato palestinese. Analizzando i giudizi degli opinionisti più aperti di Israele si nota che gli interessi dello Stato sionista non sono in realtà molto diversi da quelli dei sauditi. Soltanto che,per far ripartire col piede giusto il negoziato in corso a Sharm el Sheikh, occorre uno stop delle forze ebraiche a Ramallah. Sul Mar Rosso è stato deliberato di creare una forza militare panaraba e di continuare le operazioni in Yemen fino al ritiro dei ribelli. Qualcuno (tipo Netanyahu) lo giudica un pericoloso espansionismo iraniano e sciita, dopo che già dominano 4 capisaldi come Sana’a, Bagdad, Beirut e Damasco.Non è la prima volta che Israele e Arabia Saudita si trovano d’accordo su quale debba essere l’esito della guerra civile in Yemen. Quando nel 1962 un gruppo di ufficiali rovesciò la teocrazia al potere e ricevette il sostegno dell’allora raìs egiziano Nasser, gli inglesi che volevano conservare il loro protettorato di Aden chiesero e ottennero aiuto dalle aviazioni saudita e israeliana. Se allora ebrei e sauditi misero da parte i loro contrasti cercano di farlo anche adesso. Anche perché, dopo 53 anni, gli obiettivi in Yemen sono gli stessi: bloccare l’avanzata dell’Iran, il comune nemico. Idem in Siria, dove l’eventuale caduta di Assad aprirebbe un corridoio sciita attraverso il Medio Oriente.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it