Internet e libertà, due parole in antitesi

InternetInternet, terrorismo, democrazia: l'arte sottile del controllo pervasivo. Il Festival Vicino/Lontano, con una serie di incontri, lancia l'appello contro le derive, che ritiene spesso retoriche, di controllo e censura.

«Cosa significa essere liberi nell'era iperconnessa? Davanti a fenomeni come il terrorismo jihadista, che richiedono nervi ben saldi, quello che serve è un pensiero nuovo e più lucido, capace di offrire non risposte emotive ma un feedback rispettoso della nostra realtà. Perché la rete rappresenta una presenza costante e quotidiana anche per l'esercizio dei nostri diritti democratici».
Sono le parole del giornalista e scrittore Fabio Chiusi, autore di pubblicazioni di riferimento sul complesso rapporto tra tecnologia, cultura e società. E sarà lui il curatore della II edizione di Vicino/Lontano Digital, il percorso che, alle soglie del festival Vicino/Lontano 2015, in programma a Udine dal 7 al 10 maggio, si ripresenta al pubblico forte dell’urgenza di un dibattito approfondito intorno ad un tema di grande attualità: internet, la democrazia, la libertà e la sicurezza.
«Il punto di partenza – spiega ancora Fabio Chiusi - è la consapevolezza che la retorica imperante dei controllori sacrifica una quota eccessiva di libertà nel nome di una sicurezza solo apparente, irraggiungibile e indesiderabile per gli effetti sociali che comporta: normalizzazione del pensiero, controllo di ogni singolo comportamento, trasformazione di perfetti innocenti in sospetti, addirittura in certi casi sulla sola base di decisioni prese da algoritmi, e non da esseri umani. Questo cortocircuito, che limita i diritti fondamentali e conferisce poteri emergenziali ai governi, va spezzato perché non si tratta di difendere o condannare Internet, ma di tutelare la sostanza delle nostre democrazie, e la concreta, effettiva libertà dei cittadini che le abitano. Solo in questo modo la democrazia potrà tornare a ergersi modello per i Paesi autoritari, che oggi invece dalle democrazie stanno imparando l'arte sottile del controllo pervasivo. Una situazione insostenibile, contro cui va alzato un muro intellettuale e di azioni concrete: Vicino/Lontano Digital 2015, incluso il programma pratico di workshop, lancia da Udine un forte appello per incamminarci in quella direzione».
L'ottimismo di Chiusi in merito al possibile uso di Internet è ammirevole ma poco realista. Internet ora esiste, è stato inventato e non si può tornare in dietro. E' un po' come l'invenzione della polvere da sparo, delle armi, del nucleare, che nella maggior parte dei casi vengono usati per scopi distruttivi, o per intimidazioni.
Fare buon uso di internet, o meglio: creare un internet buono e giusto è un ideale troppo romantico per essere perseguito con lucidità. Prima di tutto perché su internet la privacy non può esistere, sarebbe una contraddizione in termini, e non esiste la democrazia, perché le reti sono nelle mani di pochissimi e potentissimi padroni. Rete aperta, dunque, non significa Rete libera.
E i dati sui cittadini? Nelle mani di chi stanno? Per cosa vengono usati?
Non dimentichiamo, inoltre, le ragioni per le quali nacque la rete: Internet fu concepito negli Stati Uniti a cavallo degli anni Sessanta durante il periodo della "guerra fredda" quando Usa e Unione Sovietica si contendevano la supremazia mondiale senza uso di armi.
Nel 1969 alcune università americane inventarono la prima rete chiamata Arpanet per il Dipartimento della Difesa, che permetteva la condivisione di dati fra computer e garantiva la trasmissione di informazioni anche in caso di conflitto.
Insomma: la rete nacque per il Controllo, da parte dei governi in primis e successivamente dei grandi poteri economici. E se i singoli cittadini ne fanno un uso distorto e pericoloso, poco male, è solo uno degli effetti collaterali che bisogna imparare a digerire. Internet nasce per assicurare il potere. Internet è lo scettro più potente della storia. Questa è la verità. La "tecno cultura" aperta, "orrizzontale" dove non esistono gerarchie e dove tutti possono attingere a ogni informazione e notizia, è solo un gigantesco specchietto per allodole, perché su internet non si muove foglia che un certo sistema non voglia. La manipolazione è assoluta, altro che le vecchie pubblicità indotte. Qui i cittadini non sono semplicemente orientati a comportarsi in un certo modo, a cambiare idea o acquistare certi prodotti, ma divengono loro stessi i produttori e promulgatori di quello che viene loro imposto. E senza che se ne rendano conto. Non può esistere, dunque, un sistema di "rieducazione" ad alto livello per una rete davvero utile e libera, e non c'è modo di recuperare i rapporti umani quando, ormai, si sono trasformati in connessioni.
In ogni caso il dibattito si rende obbligatorio.
Ecco allora come proseguiranno le giornate nell'ambito di "Vicino /Lontano": Il programma della sezione VL/Digital si aprirà con la proiezione del documentario “The Internet’s Own Boy: The Story Of Aaron Swartz” (mercoledì 6 maggio, cinema Visionario ore 20), di Brian Knappenberger, appuntamento conclusivo del ciclo Mondovisioni di Internazionale, che CEC e vicino/lontano hanno presentato quest’anno insieme. Il documentario ricostruisce la vita e le battaglie di Aaron Swartz, uno dei più geniali innovatori della rete, coautore a soli 14 anni della specifica Rss, creatore di una versione ante litteram di Wikipedia e del sito Reddit. Aaron ha dedicato il suo impegno e il suo talento alla battaglia per l’open access, il libero accesso alle informazioni e alla conoscenza, contro la privatizzazione del sapere. La sua lotta lo ha portato a un’incriminazione per reati informatici e frode: un incubo legale durato due anni e terminato con il suicidio a soli 26 anni. Un caso clamoroso di tradimento - da parte delle istituzioni, anche scientifiche, statunitensi - di una delle menti più sofisticate e brillanti del Paese.

Vicino/Lontano Digital proseguirà sabato 9 maggio, con due incontri che ci porteranno nel cuore del dibattito: in mattinata, alle 11.30 all’Oratorio del Cristo, “Internet non è libero, questa è l'emergenza” sarà il tema del dialogo tra Fabio Chiusi e Guido Scorza, presidente dell’Istituto per le politiche dell’innovazione ed esperto di diritti civili in Internet. Cyber-bullismo, pedopornografia e pirateria vengono ciclicamente identificati dai media e dalla politica come “emergenze”, anche quando non lo sono. La vera emergenza, troppo spesso misconosciuta, è invece l'aumento del controllo su Internet, in censura e sorveglianza.

Sempre sabato, alle 17, nella Chiesa di San Francesco intorno a “Terrorismo e propaganda in rete. Sopra o sotto il tappeto?” con Fabio Chiusi si confronteranno l’esperta di cyber sicurezza Francesca Bosco e il direttore di AGL Andrea Iannuzzi. Da quando lo Stato Islamico ha costretto il mondo a confrontarsi con la sua articolata strategia propagandistica sui social media, infuria il dibattito su come contrastarla senza per questo inficiare/sacrificare la libera espressione e il diritto di cronaca e di informazione. Gli esperti sono divisi: alcuni sostengono che la propaganda terroristica vada completamente e rapidamente rimossa dal web, altri che debba essere mostrata più o meno integralmente, altri ancora che serva una virtuosa – ma difficile – via di mezzo. Francesca Bosco  è project officer della Emerging Crimes Unit presso l'istituto delle Nazioni Unite con sede a Torino e si occupa di assistenza tecnica agli Stati membri su problematiche inerenti la criminalità e la giustizia. Andrea Iannuzzi guida una redazione che fornisce servizi nazionali ai 18 quotidiani del gruppo L’Espresso, integrando il lavoro per le edizioni cartacee e digitali.
Domenica 10, alle 15, nella Chiesa di San Francesco della “battaglia per essere liberi” parlerà la fondatrice del Festival del giornalismo di Perugia, Arianna Ciccone. Nell’era digitale, nell’era della democratizzazione dei contenuti siamo più liberi, più forti, più informati. È sicuramente più difficile censurare i giornalisti e chi fa informazione. Ma al tempo stesso sono notevolmente aumentate le intimidazioni, le violenze, le minacce. La battaglia per essere liberi, la battaglia per la libertà di espressione oggi riguarda tutti.
A ideale suggello di Vicino/Lontano Digital le conclusioni saranno tratte da Fabio Chiusi, domenica 10 maggio alle 17 nell’Oratorio del Cristo: “Sorveglianza di massa. Una risposta al terrore?” è il tema del suo intervento, che metterà a fuoco i rischi di un regime di sorveglianza indiscriminata di massa, inefficace nella lotta al terrorismo ma efficacissimo nel violare la privacy di miliardi di cittadini innocui in tutto il globo.
Al Friuli Future Forum saranno proposti, dall’8 al 10 maggio, i momenti “operativi” di V/L Digital. Focus 2015 sarà un workshop su cos’è e come funziona la crittografia in rete: per capire cosa significa proteggere i propri dati personali in rete, come farlo davvero e come cautelarsi da chi dice di volerli proteggere e invece sta solo facendo marketing. Come docenti, due esperti di sicurezza informatica: Yvette Agostini, project manager di Globaleaks, e Alessandro Luongo. La partecipazione è gratuita, fino a esaurimento dei 30 posti disponibili per ogni giornata. Per l’iscrizione, obbligatoria, basta inviare una email  a info@vicinolontano.it, indicando nome, cognome e un recapito telefonico. Si segnala che è necessario utilizzare il proprio computer.