Inedito viaggio nella ritrattistica del Seicento

Rubens

Rubens

Per chi in questi giorni fosse in vacanza dalle parti di Roma, segnaliamo che fino al 29 luglio a Palazzo Chigi in Ariccia, è visitabile la mostra dal titolo: “Ritratto e figura da Rubens a Giaquinto” che si inserisce alla grande rassegna “Barocco a Roma”, in corso in questi giorni alla Fondazione Roma Museo.

L’esposizione offre una selezione di opere di notevole interesse: ritratti di principi, cardinali e nobili, originalmente accostati a effigi di filosofi, santi e uomini celebri.
E’ sempre interessante ammirare la storia della ritrattistica; già presente ai tempi dell’antico Egitto, dove per i tratti individuali si manifestò sempre vivo interesse riprendendoli per poi creare espressioni fisionomiche vitali, tipizzando però la rappresentazione dei corpi, nel periodo ellenico la rappresentazione dell’uomo diventò, addirittura, un problema centrale, ricercando dapprima “il tipo” e non l’individuo. Nella Roma del I secolo a.C, invece, la tradizione latina si sposa con quella ellenica dando man forte al "culto degli antenati" e alla necessità di ritrarre gli imperatori. Ma sarà a partire dal Quattrocento che il soggetto ritratto sarà fedelmente rappresentato, legato alla nuova cultura umanistica e in relazione con l’ascesa della classe borghese.
La mostra di Ariccia, che osserva il Barocco, presenta opere in buona parte inedite di alcuni tra i maggiori specialisti della ritrattistica seicentesca, come Giusto Sustermans, Giovanni Maria Morandi, Guglielmo Cortese “il Borgognone”, Giovan Battista Gaulli, Ferdinand Voet, Carlo Maratti, Giovanni Odazzi, cui si affianca una significativa selezione “teste di carattere” eseguite da Jacopo Chimenti detto “l’Empoli”, Pietro Bellotti, Giandomenico Cerrini e Pietro Paolini.
Il percorso è diviso in due sezioni tematiche: la prima prende avvio dalla ritrattistica di tradizione caravaggesca ed è riservato ai ritratti reali di personaggi di cui si conosce l’identità. Presenti qui anche alcuni esemplari rappresentativi del genere delle “teste di carattere”, particolarmente rilevanti nella pittura europea barocca.

Maratti

Maratti

La seconda sezione, invece, è dedicata ai ritratti ideali e allegorici, in cui sono effigiati personaggi realmente vissuti, ma anonimi. Rientrano in questa tipologia anche i ritratti dei santi e dei filosofi antichi, ma anche rappresentazioni di personalità legate al mito o alla letteratura.
Tra i dipinti si segnala il San Giacomo Minore di Giovanni Baglione, firmato e datato 1626, il più realistico Ritratto di San Camillo de Lellis, riferibile ad un ignoto pittore caravaggesco e di grande interesse iconografico; il Ritratto di vecchio di Rubens conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini.
E ancora il bellissimo Ritratto di Padre Niccolò Riccardi, opera di Andrea Sacchi, ricordato da Giovan Pietro Bellori nella biografia sul pittore e sino ad oggi ritenuto perduto dalla critica. Oratore e teologo domenicano, Riccardi è noto soprattutto in relazione al processo di Galileo Galilei, al quale era legato da una profonda amicizia e stima.
Tra i ritratti “ideali” si segnalano un Filosofo riberesco di Luca Giordano e un Sant’Andrea dello stesso artista; un Giobbe di Mattia Preti, una Madonna di Carlo Maratta, un San Giuseppe di Giuseppe Maria Crespi e una Maria Maddalena di marcata sensualità opera di Ignazio Stern.
Per quanto riguarda la ritrattistica dei primi del Settecento, spicca il Ritratto di gentiluomo di Francesco Solimena, una versione inedita del Ritratto del cardinale Pietro Ottoboni di Francesco Trevisani e una commovente immagine di San Filippo Neri, opera giovanile di Corrado Giaquinto.
Non manca la scultura, rappresentata da opere come la terracotta di Mechiorre Cafà raffigurante Alessandro VII, e il Busto del cardinale Leopoldo de’ Medici di Ercole Ferrata.