Incanto melodico e ritmico a Udine con Chick Corea

Grazie alla sensibilità degli organizzatori di Udine Jazz anche quest’anno si è compiuto un finale di grande emozione per il venticinquennale della splendida rassegna musicale. L’arte di Chick Corea, genio stellare del pianoforte, si è offerta per oltre due ore in amicizia a contatto diretto con il pubblico presente: da Gershwin a Chopin, da Scarlatti a Corea autore delle proprie melodie. Siamo tutti entrati nel suo mondo musicale in divertimento ed emozione. Con alta maestria ci ha indicato di cantare insieme, in forma di coro, frammenti melodici da alternare al suo pianoforte: il coro improvvisato, formato da un pubblico di oltre cinquecento persone, ha risposto magnificamente disorientando per ritmo, sintonia, intonazione eccellenti. La magia giunge poco dopo, quando partendo dalle note di una nota mazurka di Chopin, il pianista spensierato e giocoso si confronta con alcune frasi intense, profonde, foriere di malinconia del genio polacco: Corea trattiene il suo motore-fiume pianistico, di matrice “jazzista”, rallenta sulle note classiche, fraziona il tema ottocentesco in sezioni minimali melodiche, scompare il malinconico ed ecco che un canto lieve e delicatamente gioioso può ora essere nuovamente cantato insieme al pubblico udinese: siamo oltre il concerto, dunque, il genio nelle sue performance internazionali ci vuole comunicare concetti importanti, emozioni nascoste anche in temi musicali pietrificati dal tempo e dalle storiche memorabili interpretazioni canoniche. Poi, quale fedele amico di tutti i pianisti del mondo, Corea invita sul palco a suonare con Lui, possibili volontari. Anche io tra questi mi propongo e giunto al pianoforte cerco di provocare la Sua capacità improvvisativa su pure pulsazioni ritmiche molto veloci e dissonanti: nasce un dialogo pianistico scherzoso, forse comico, di due minuti forse più, che fa sorridere il pubblico e a me permette di vedere da vicino le microscelte operate dal Maestro sulla tastiera: una cosa è certa Lui riassorbe sempre le dissonanze restituendo spazio ad armonie pulite e ritmicamente comprensibili, permettendo a me di giocare senza limiti; accenno alla Rapsodia in blue di George Gershwin e Lui con le mani tocca direttamente le corde del pianoforte per creare un fondo rumore molto suggestivo, ispirando note basse del pianoforte.
Terminati questi dialoghi con il pubblico, Corea conclude con alcuni suoi brani generalmente melodici e di deciso virtuosismo pianistico, in cui appare evidente la sua matrice jazzistica e la sua vocazione classica. Infine una considerazione: l’esuberanza compositiva di Chick Corea in apparenza lo avvicinerebbe più a Mozart che a Chopin, ma forse Lui come Gershwin un secolo fa (anche Gerswhin guardava ai concerti per pianoforte e orchestra di Chopin) “sente” un richiamo indicibile verso quegli abissi. Non resta che un atto di coraggio: perché non commissioniamo noi udinesi al Maestro un Concerto in tonalità minore (Mi minore, ad esempio) per pianoforte e orchestra? Dopo venticinque anni di successi, Udine-Jazz può farsi committente illuminato delle Sue stelle.

Michelangelo Castellarin