In mostra il Rinascimento firmato “Vivarini”

imageConegliano coinvolge anche Udine in un evento artistico senza precedenti: “I Vivarini. Lo splendore della pittura tra gotico e Rinascimento”. La mostra inaugurerà a Conegliano, a Palazzo Sarcinelli il 20 febbraio e durerà fino al 5 giugno 2016. Ma prima dell’evento, numerosi a partire da questo mese, gli incontri didattici in preparazione alla visita. E previsti anche qui in Friuli.
Promossa dal Comune di Conegliano e da Civita Tre Venezie, la mostra sui Vivarini, famiglia e bottega di pittori veneziani, gli unici in grado di competere con i Bellini nella Venezia tra Quattro e Cinquecento, è il terzo appuntamento del ciclo progettato da Giandomenico Romanelli per Palazzo Sarcinelli, dopo i grandi successi di critica e di pubblico di Un Cinquecento Inquieto e Carpaccio, Vittore e Benedetto da Venezia all’Istria.
In questa esposizione, la prima mai dedicata alla famiglia di pittori veneziana, sarà presentato un prezioso nucleo di opere fortemente rappresentative del loro percorso artistico e della loro diffusione al di qua e al di là dell'Adriatico. Capolavori che testimoniano altresì i contatti e gli influssi di Antonio, Bartolomeo e Alvise con alcuni dei più importanti protagonisti della pittura del primo Rinascimento italiano, come Mantegna, Squarcione, Filippo Lippi, Andrea del Castagno, Paolo Uccello oltre ai pittori veneziani.
Si potranno ammirare, per la prima volta riuniti, dipinti eccezionalmente trasferiti dalle loro sedi naturali, come il polittico di Antonio dalla basilica Eufrasiana di Parenzo, prima opera firmata e datata dal capostipite della bottega; le tavole realizzate per committenti pugliesi, come la geniale pala dalla basilica di San Nicola di Bari, uno dei primissimi e più originali esempi di pala con "sacra conversazione", di Bartolomeo.
Di Antonio ci saranno molte delle celebri tavolette con le storie di Santa Monica e Santa Apollonia, realizzate dall'artista con la collaborazione del cognato, l'ancora misterioso Giovanni d'Alemagna e che rappresentano l'esatta linea di transizione tra le narrazioni gotiche e sensibilità già rinascimentali, con gustose citazioni dall'antichità classica.
Di Alvise si potrà ammirare il percorso tormentato dagli schemi del padre e dello zio
fino a una pittura che risente delle vicine esperienze di Giovanni Bellini e Cima da Conegliano ma, soprattutto, del fondamentale passaggio per Venezia di Antonello da Messina. Così nella tavoletta francescana dall'Accademia Carrara di Bergamo ammiriamo uno dei vertici della poetica del più giovane dei Vivarini e nel Ritratto di uomo con cappello dei Musei Civici di Padova uno dei rari esempi di ritrattistica vivariniana.
Infine la Sacra conversazione dal museo di Amiens, ultima problematicissima opera di Alvise, capolavoro insolito e stupefacente mai veduto in Italia.

uiUna mostra imperdibile che - negli ambienti contenuti ma affascinanti dello storico Palazzo Sarcinelli - avvia dunque una prima importante e inedita riflessione
su questi protagonisti del Quattrocento lagunare ancora tutti da studiare; una mostra-dossier che riunisce selezionate tavole, esemplari pale d'altare e polittici delicatissimi per trasporto e conservazione, squarciando con coraggio il velo sui Vivarini e suggerendo interrogativi e confronti.
Un tassello mancante, nella lunga storia di mostre dedicate sin dagli anni ‘30 alla pittura veneta, ma anche un'esperienza inaspettata di grande arte, un emozionante percorso nella stagione più ricca e movimentata del processo di evoluzione dei linguaggi artistici nell'età dell'Umanesimo.
Saranno complessivamente sette decenni d’attività generosa di committenze e copiosa di risultati: polittici per chiese e confraternite e tavole per private devozioni, storie di santi e di miracoli, ricordi di antico e scene di toccante pietà ma anche di conclamata modernità; opere nelle quali i colori, dal rosa al turchino dai violetti cangianti al verde squillante, risaltano in tutta la loro forza accompagnandosi e poi liberandosi dai preziosi fondi oro per misurarsi con la natura e le atmosfere in paesaggi delicati e magnifici.
Sull’onda delle committenze degli ordini religiosi (francescani, domenicani, agostiniani) di parrocchie e scuole, le opere dei Vivarini giocano un ruolo di
primo piano su un palcoscenico che è veneziano e veneto non meno che adriatico: Istria, Dalmazia, Marche e, soprattutto, le Puglie vedono giungere
le tavole dei Vivarini, illustrando una chiesa, dando splendore dell’oro e dei colori laccati a un altare, illuminando una cappella.
La mostra segue i percorsi individuali e comuni dei tre protagonisti, ne indaga i caratteri e le peculiarità. Consente anche di capire che cosa essi abbiano lasciato in eredità alla cultura pittorica veneta del Cinquecento.
Riprendendo una proposta che ha trovato nelle due mostre precedenti di questo ciclo un ampio consenso e un sincero apprezzamento dei visitatori, la mostra suggerisce di completare gli itinerari dentro le sale espositive con una fitta rete di affascinanti "scoperte" di capolavori sparsi sul territorio della Marca.
Ecco allora un percorso seducente e gioioso tra le pale, gli affreschi, gli angeli e i santi lungo solchi d'arte che riconducono i Vivarini ai loro seguaci, ai loro piccoli e grandi contemporanei, da Lotto a Giorgione, da Andrea da Murano e Girolamo Strazzaroli, da Jacopo da Valenza a Cima da Conegliano: la più ricca e più raffinata delle possibili 'mostre' tra i capolavori che ancora oggi 'presidiano' i luoghi magici dove è fiorita una civiltà.

Gli incontri didattici.
In attesa dell’eccezionale mostra di Conegliano sui Vivarini, ha preso il via un ciclo d’incontri e di conversazioni con il curatore Giandomenico Romanelli, a introdurre nel clima
e nel contesto artistico dell’esposizione, nel cruciale passaggio dal Gotico fiorito al Rinascimento lagunare.
Dopo il primo appuntamento che si è svolto nei giorni scorsi a Treviso presso la Fondazione Benetton, dove a dialogare intorno ai Vivarini assieme al professor Romanelli c’era Eugenio Manzato noto storico dell’arte e già direttore dei Civici Musei di Treviso, le prossime tappe di questo vero e proprio “roadshow” saranno: Udine il 19 novembre alle 18 in sala Ajace all’interno del Palazzo comunale, in piazza Libertà, con la partecipazione, accanto al curatore, della studiosa Linda Borean per affrontare le questioni di committenza e collezionismo delle opere dei Vivarini, e Portogruaro il 28 novembre alle 17 nella sala consiliare del Municipio,. In piazza Libertà, dove Giandomenico Romanelli e Angelo Tabaro converseranno della bottega di Antonio, Bartolomeo e Alvise: un atelier rinascimentale tutto da riscoprire.
Tutte le conversazioni sono a ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Info 041 2201265. (www.mostravivarini.it)