In mostra a Padova il Cristo di Donatello rinato a Udine

28427-donatelloDI SEVERO CAPOVILLA

I tre Crocefissi di Donatello saranno in mostra “al museo Diocesano di Padova dal 27 marzo al 26 luglio.Si tratta del crocifisso della chiesa dei Servi a Padova, della Basilica del Santo e di Santa Croce a Firenze.

tSarà al centro di un'’esposizione il Crocifisso dell’'antica chiesa di Santa Maria dei Servi, da poco ristrutturato grazie alla volontà del direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto, Ugo Soragni e all'intervento della Soprintendenza per beni storici, artisti ed etnoantropologici delle province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso.

“Rinata” nel laboratorio di Udine, la scultura lignea si presentava con le parvenze di un bronzo per effetto di uno spesso strato di ridipinture. Affidato alle cure dei restauratori Angelo Pizzolongo e Catia Michielan, il grande Crocifisso è infine emerso in tutta la straordinaria finezza dell’'intaglio e nella originale cromia.

Ma quale fu il percorso dell'iconografia sacra nella storia dell'arte?
La legge ebraica “Non ti farai alcun Dio” (Esodo 34,17) e il timore che le immagini sacre potessero risentire del culto dell’idolatria pagana indussero gli antichi Padri e la Chiesa primitiva ad opporsi fortemente alla tendenza popolare di rappresentare e venerare l’immagine di Cristo.
Ecco che l’entrata nell’arte del crocifisso si può fare risalire al IV secolo, con l’apparire delle prime croci formate da una trave verticale e un’altra orizzontale, detta “patibulum”, senza la figura del Messia.
L’iconografia della croce ebbe una rapida evoluzione tra la fine del IV e l’inizio del V secolo, come è possibile riscontrare nell’abside di S. Stefano Rotondo a Roma, dove comincia a comparire il Cristo posto sopra una croce gemmata, anche se non ancora crocifisso.
Ed è da questo momento che il Cristo diviene il simbolo per antonomasia della religione cristiana, sostituendosi a diversi simboli tra i quali la colomba, il pesce o l’Agnello.
La prima rappresentazione di una vera crocifissione con la figura di Cristo risale al 432 e si trova intagliata su un pannello della Porta della Basilica di S. Sabina sull’Aventino a Roma. image
Una ulteriore evoluzione dell’arte sacra si verificò nell’Italia centrale, nel XII secolo, quando cominciarono ad apparire le prime croci dipinte direttamente su legno da appendere all’arco trionfale delle Chiese. Dal XIII al XIV secolo si rientra nella raffigurazione del Cristo sofferente, con la testa reclinata sulle spalle, gli occhi chiusi e il corpo incurvato nello spasmo del dolore. Il “Christus Patiens” con l’esaltazione drammatica del Cristo morente. Esempi di questo secolo sono il crocifisso del Pisano per la Chiesa di S. Domenico a Bologna, con il quale si dà rilievo al volto contratto dal dolore e al corpo inarcato lateralmente, e il crocifisso di Cimabue nella Chiesa di Santa Croce a Firenze. L’iconografia delle croci dipinte del “Christus Patiens” si conclude con il crocifisso di Giotto nella Chiesa di S. Maria Novella a Firenze, vero capolavoro d’arte.
Con l’inizio del XV secolo all’arte della tavola lignea dipinta subentrò quella del crocifisso scolpito direttamente sul legno. Anche le forme ieratiche e stilizzate delle croci dipinte si ricompongono e si completano nella bellezza e nell’armonia delle forme classiche. Appartengono a quest’epoca il crocifisso in legno del Brunelleschi del 1420 nella Chiesa di S. Maria Novella a Firenze e il crocifisso in legno del Donatello del 1425 nella Chiesa di Santa Croce a Firenze, oggetto di una celebre gara con l'antagonista Filippo Brunelleschi e tra i capolavori esposti in mostra a Padova.
Con il Concilio di Trento (1545-1563), infine, venne data una spinta per un incremento di produzione dell’arte sacra figurativa e delle immagini sacre, in quanto ritenute di rilievo per il loro significato didattico-educativo.
La mostra ospitata nella scenografica Salone dei Vescovi a Padova, dunque, sarà l'’occasione storica di ammirare, riuniti per la prima volta, tutti e tre i Crocifissi che Donatello produsse nel corso della sua vita.
Il Crocifisso ligneo di Santa Maria dei Servi, vero protagonista dell'evento, fu attribuito a Donatello alcuni anni fa da Francesco Caglioti, dell'Università di Napoli, che sulla scorta delle ricerche di Marco Ruffini ha restituito alla scultura la corretta paternità, attestata dalle fonti più antiche ma ben presto dimenticata.
yyL'oblio del nome di Donatello si spiega con la particolare devozione di cui l'opera ha goduto, e tuttora gode, specialmente in seguito ai fatti miracolosi del 1512, quando l'immagine in più occasioni sudò sangue dal volto e dal costato.
Con il passare dei secoli la memoria popolare trasferì la paternità donatelliana alla scultura gotica della Vergine conservata sempre nella chiesa, ma la speciale cura dei fedeli per il Crocifisso ne assicurò la conservazione, preservandolo dalla distruzione o dalla dispersione.
Se in un primo momento l'attribuzione, argomentata da Caglioti su basi stilistiche, ha suscitato qualche perplessità e un atteggiamento di prudenza all'interno della comunità scientifica, oggi i risultati del restauro condotto dalla Soprintendenza veneziana nel laboratorio di Udine, non lasciano più dubbi.
2013-05-02+-+crocifisso+servi+padova+restuaroLa rimozione della spessa ridipintura a finto bronzo rivela ora tutta la qualità dell'intaglio e della policromia originaria, in buona parte conservatasi, restituendo a Padova un capolavoro che va ad aggiungersi alle altre opere che Donatello ha lasciato durante la sua permanenza in città (1443-1453) - la statua equestre del Gattamelata, l'altare e il Crocifisso bronzeo per la Basilica di Sant'Antonio - aggiungendo un ulteriore tassello nella vicenda biografica dell'artista.