In cella i coloni ebrei ultrà e un palestinese in squadra

Quando, nel giro di appena 9 giorni, nella terra di Gesù avvengono fatti che si attendevano dal 1948 (quando la nascita di Israele innescò l'odio con i palestinesi) c'è davvero da sperare che il processo di pace finalmente decolli.
Dopo mesi di attentati contro gli arabi da parte di coloni ebrei razzisti in Cisgiordania, un gruppo di ultrà attaccò con bombe Molotov la casa di un palestinese a Nablus. Tra le fiamme morirono Alì, 18 mesi appena, e suo padre.
Il Premier israeliano Benjamin Netanjahu (un duro di Destra) prese a sorpresa il telefono e chiamò il leader dell'Olp, Abu Abbas. Disse: “Sono terroristi e li prenderemo”. Infatti 9 giorni dopo sono finiti in carcere.
Terzo fatto: un calciatore ora sessantenne e un tempo mito perché, da arabo, giocò (a partire dal 1976) ben 32 volte nella Nazionale ebraica (anche alle Olimpiadi) ha scritto a Platini e alla Fifa perché condannino la squadra Beitar di Gerusalemme (Serie A) i cui tifosi sono tutti politicamente schierati a Destra. Si chiama Rifaat 'Jimmy' Turk e ora allena il Nazareth (città della fanciullezza di Gesù) che milita in Seconda divisione. La sua 'missione' è di far finire il boicottaggio dei calciatori palestinesi e di zittire i tifosi ultras che fischiano e insultano i giocatori avversari se non sono ebrei. E' avvenuto lo stesso quando il Beitar ha ingaggiato due ceceni (non arabi, ma musulmani).
Seguiva la squadra anche l'ex Premier e sindaco di Gerusalemme Ehud Olmert, ma dopo questi fatti si è rifiutato di tornare allo stadio.
Zittire i 'baluba'. Da giocatore Rifaat ci riuscì più volte. Nel giugno 1980 giocava nello squadrone dell'Hapoel di Tel Aviv e affrontò il Beitar in trasferta. Il giorno prima i razzisti ebrei avevano fatto saltare l'auto del sindaco di Nablus, che perse le gambe.
Stava perdendo per 1-0 Rifaat quando l'arbitro gli assegnò al 91' un calcio di punizione. A 30 metri dalla porta. Pregò Dio di poter zittire quei beceri e sforacchiò l'orgoglio di quegli ultra pareggiando.
Un anno dopo ancora meglio. Calcio di punizione addirittura da 45 metri. Di nuovo gol, stavolta per l'Hapoel fu la vittoria nel massimo campionato israeliano e per lui un posto nella storia del calcio ebraico per il suo tiro ricordato come “il missile di Rifaat”.
Ora che anche a livello politico l'atmosfera sembra finalmente cambiata, c'è da giurare che il sogno dell'ex calciatore palestinese si avvererà.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it