Illegalità a Nordest: il 30% dei consumatori acquista prodotti contraffatti e intanto proseguono in Veneto le indagini sulle infiltrazioni mafiose

Proprio nel giorno in cui arrivano ulteriori notizie inquietanti sulle infiltrazioni ‘ndrangheta a nordest, con ben  54 avvisi di conclusione di indagini in Veneto, sono stati resi noti i risultati di un’indagine di Confcommercio  sulla legalità, che dimostra come il Nordest sia sempre di più alle prese con l’illegalità, per fare un esempio  il 30% dei consumatori acquista prodotti contraffatti tanto che 2 imprese su 3 sono danneggiate dalla concorrenza sleale.  Tornando alla notizia di cronaca i  Carabinieri di Padova hanno notificato 54 avvisi di conclusione di indagini preliminari emessi dalla Procura Distrettuale Antimafia di Venezia nell’ambito dell’operazione “Camaleonte” che ha portato già  nei mesi scorsi all’arresto di 27 persone appartenenti a un’organizzazione criminale di matrice ‘ndraghetista operante in Veneto, facente capo alla nota cosca cutrese “Grande Aracri”. Ovviamnete quella della contraffazione è solo una delle attività criminose che spaziano in vari settori formalmente ma non certo nella sostanza  “legali” e molti  illegali come droga e sfruttamento della prostituzione.  Nel marzo scorso, l’indagine aveva condotto all’applicazione di provvedimenti cautelari patrimoniali, per oltre 18 milioni, e personali, nei confronti di 39 soggetti, dei quali 27 tratti in arresto (13 in carcere e 14 ai domiciliari). Tornando all’indagine di Confcommercio raccontati per la giornata nazionale “Legalità, ci piace!”  bisogna dire che i dati sono leggermente inferiori al dato nazionale (30,5%) parliamo della percentuale dei consumatori del Nordest che acquistano prodotti contraffatti è pari al 27,2%. I prodotti contraffatti maggiormente acquistati dai consumatori di quest’area sono abbigliamento (56%), alimentari (40,7%) e orologi, gioielli e occhiali (33,8%), mentre sul web hanno dati più alti della media italiana i biglietti piratati (+20%), scarpe e calzature (+10%), i profumi (+2,4%).

La Giornata Confcommercio della legalità

I risultati che emergono in occasione della Giornata di Confcommercio “Legalità, ci piace!” sono relativi a un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese. «Un appuntamento che promuove la cultura del rispetto delle regole sul mercato – commenta il presidente regionale di Confcommercio Giovanni Da Pozzo –. Contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti».

La stima

Si tratta di fenomeni, seppure in misura inferiore rispetto ad altre regioni, che danneggiano anche le imprese del Fvg, in un contesto italiano in cui la stima dell’Ufficio studi di Confcommercio, che ha realizzato l’indagine in collaborazione con Format Research, è di un costo complessivo per le imprese di oltre 30 miliardi di fatturato.

Le motivazioni

Per la maggior parte dei consumatori del Nordest l’acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato alla possibilità di «fare un buon affare» (67% la percentuale è in linea con il dato nazionale del 68%) e per motivazioni di natura economica (63% contro il 70% del dato Italia).

La percezione

Superiore al dato nazionale la percentuale dei consumatori nordestini che ritengono rischioso acquistare prodotti illegali (97% rispetto al 91,4% dell’Italia).

L’informazione
Il 63,4% dei consumatori è informato sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative in caso di acquisto di prodotti contraffatti.

L’identikit

Il consumatore “illegale” è in prevalenza donna (58,0%), dai 35 anni in su, ha un livello d’istruzione medio (per il 66,3%), è soprattutto impiegato, pensionato o operaio (per il 72,3%).

Le risposte delle imprese

Tra i fenomeni criminali percepiti maggiormente in aumento dalle imprese del terziario del Nordest l’abusivismo (31%, leggermente inferiore al dato nazionale del 34%), i furti per il 27,7% (in linea con il dato Italia del 29%) e la contraffazione (25%, decisamente più basso del dato nazionale del 34,8%). Il 62,4% delle imprese si ritiene danneggiato dall’azione dell’illegalità, percentuale leggermente inferiore rispetto al dato nazionale (66,7%). La concorrenza sleale (67%, leggermente superiore al dato Italia) e la riduzione dei ricavi (44,4%, leggermente superiore al dato nazionale) sono gli effetti ritenuti più dannosi. Il 55,5% delle imprese del commercio al dettaglio dell’area è stato vittima almeno una volta in passato di un episodio di taccheggio. La percentuale è inferiore al dato nazionale del 69,3%. Le imprese che lamentano un aumento del fenomeno del taccheggio sono il 21%, dato poco più basso della media nazionale del 24,1%. Il 50,5% degli esercizi commerciali si è dotato di misure anti-taccheggio (il dato è leggermente inferiore rispetto alla media nazionale del 55,8%), di cui il 44% di dispositivi anti-taccheggio e il 28% in formazione del personale.