Il Senato della vergogna “assolve” Azzollini. Prevale la paura della possibile crisi di Governo

Salvato il senatore Azzollini. L'aula del Senato ha respinto con 189 no, 96 sì e 17 astenuti la proposta della giunta delle immunità, favorevole alla richiesta della magistratura di Trani per gli arresti domiciliari dell'ex presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama, Antonio Azzollini, coinvolto nella vicenda della casa di cura Divina Provvidenza. La giunta delle immunità si era detta favorevole ai domiciliari per il senatore del Nuovo centrodestra ma poi in aula la decisione si ribalta confermando le voci che alla vigilia della votazione volevano un passo indietro del Pd, i cui esponenti avrebbero dovuto attenersi al 'voto di coscienza'. Che dire se non che la ha pesato più la paura di perdere il proprio scranno che la volontà di veder trionfare la giustizia, E' evidente infatti che nel caso di via libera agli arresti domiciliari si sarebbe fatto un passo pesante nell'indebolire la maggioranza, con un Ncd che dalle minacce sarebbe potuta passare all'azione nel0 togliere la fiducia a Renzi con relativa ipotesi di elezioni anticipate. Nel suo intervento in aula il senatore Azzollini aveva arringato l'emiciclo sapendo probabilmente di aver l'immunità in tasca:
"Qui è stato fatto il semplice copia e incolla del gip sui documenti del pm, senza alcuna autovalutazione come si dovrebbe fare in base alla legge. La valutazione può essere da 0,5 a 10, ma non può essere zero", aveva detto Azzollini nella sua arringa difensiva in aula prima del voto. E che èiù òla giustiza nell'emiciclo stesse bimcemndo la logica dell'interesse personale lo prava anche il lungo applauso seguito al voto. Anche polemiche però, tant'è che il presidente Pietro Grasso aveva sospeso la seduta per cinque minuti. Come è noto le accuse per Azzollini, sono relative alla vicenda dello scandalo della Divina Provvidenza, un inchiesta risultato di tre anni di indagini della Procura della Repubblica di Trani, che ha dimostrato il perché della bancarotta fraudolenta della casa di cura per malati psichici con sede a Bisceglie (provincia di Barletta-Andria-Trani). In quella realtà lo spreco di denaro pubblico era di case, assunzioni clientelari, bilanci falsificati, stipendi e consulenze d'oro, utilizzo di risorse non finalizzate alla cura dei malati. Un buco da 500 milioni di euro, 350 dei quali costituiti da debiti nei confronti dello Stato. Dieci le richieste di arresto, tra cui quella per il senatore Azzollini, Un castello accusatorio imponente anche nei confronti del senatore Ncd, unico invece che non avrà l'onta della cella e neppure quella dei domiciliari anche se anche i giudici del Riesame di Bari si erano espressi rigettando la richiesta di revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari disposta il 10 giugno dalla magistratura di Trani, così come aveva fatto la giunta delle immunità parlamentari del Senato, che si è detta favorevole all'arresto. Ma poi il colpo di scena è stato in aula del Senato, dove ingiustizia è fatta .