Il prestito vitalizio ipotecario, un’arma a doppio taglio per ultra 60enni

Il Senato ha approvato definitivamente le nuove norme sul prestito vitalizio ipotecario, un'alternativa alla nuda proprietà, che consente di ottenere liquidità senza perdere la proprietà dell'immobile. La vera novità, sta nella estensione di tale ad una platea ben più vasta: da 65 a 60 anni.

In Italia la terza generazione, quella dei "nonni" ha assunto, suo malgrado, un ruolo fondamentale di collante, assicurando un minimo sostentamento non solo ai propri figli, ma spesso anche ai propri nipoti. Le statistiche degli ultimi anni ci hanno ripetuto con insistenza che quasi un giovane su due è senza lavoro e molti hanno pure smesso di cercarlo, sopraffatti dallo sconforto. Molti di questi (centinaia di migliaia) spesso vivono della paghetta che gli passano i genitori o, in alternativa, i nonni.

Cosa succede se anche questa "colonna" portante rischia di sgretolarsi. Per gli anziani in difficoltà economica, proprietari della casa in cui vivono (evenienza diffussisima nel nostro Paese, ndr), la soluzione più semplice per "fare cassa" consisteva nell vendere la nuda proprietà. Di fatto, la proprietà del bene viene diviso nelle sue due componenti, possesso e nuda proprietà, con la vendita di questo ultimo. Il vantaggio principale di tale soluzione è che permette al venditore di usufruire del bene per il resto dei suoi giorni (alla sua morte i due diritti si riuniscono, riscostituendo la piena proprietà del bene in capo all'acquirente della sola nuda proprietà). Lo svantaggio principale, invece, è rappresentato dalla impossibilità da parte degli eredi di poter ritornare in possesso del bene, di fatto già venduto a terzi.

Ebbene, lo Stato ha di fatto potenziato una seconda possibilità: il prestito vitalizio ipotecario, cioè la possibilità di poter ottenere un prestito garantito da ipoteca sul bene, a fronte di un pagamento rateizzato per il resto della vita. Tale possibilità fino a ieri era consentita solo a chi aveva almeno 65 anni di età, adesso tale limite è stato abbassato a 60, estendendo di molto la platea dei potenziali interessati (siamo il paese con il maggior numero di anziani al mondo, ndr). Si tratta di uno strumento allo stesso tempo utile e pericoloso, dipende dalle regole e dal modo con cui vengono utilizzate. Nato per dare la possibilità a persone in difficoltà economica di monetizzare il proprio bene immobile senza privarsene dell'utilizzo, potrebbe facilmente trasformarsi in uno strumento per sbattere sulla strada migliaia di anziani "poco attenti" alle piccole frasi scritte in piccolo su lunghi e complicati contratti precompilati.

Il presidente della commissione Finanze Mauro Maria Marino, presentando la novità si è affrettato ad aggiungere che la legge andrà ad integrare e chiarificare la disciplina vigente. Evidente richiamo ad una stringente necessità di regole chiare e trasparenti. Attualmente la legge consente alle parti di concordare le modalità di rimborso graduale di interessi e spese. La banca può invocare come causa di risoluzione del contratto il ritardato pagamento - cioè quello avvenuto tra il 30 e il 180 giorno dalla scadenza della rata - se verificatosi almeno sette volte, anche non consecutivamente. Se entro un anno il finanziamento non viene rimborsato, la legge prevede tre casi per il rimborso in un’unica soluzione: in caso di decesso del cittadino che ha ricevuto il finanziamento; se la proprietà o altri diritti reali o di godimento sull’immobile vengono trasferiti (anche parzialemente); se si compiono atti tali da ridurre significativamente il valore dell’immobile.

Tutto giusto, ma nulla finora è stato detto su altri elementi essenziali di un accordo di questo tipo: il tasso di interesse, per esempio, sarà simile a quello di un mutuo ipotecario (attualmente dal 2,5 al 3%) o di un prestito personale (in questo caso il tasso limite o "tasso usura" è inquietante: sfiora il 19%).

Altro tema fondamentale riguarda l'entità e il calcolo della rata e il suo sviluppo nel tempo: è facile comprendere che se dopo qualche anno l'entità della rata diventasse insostenibile per il contraente, la messa all'asta della casa sarebbe una evenienza quasi inevitabile.

In sintesi, lo strumento è interessante, ma va usato con estrema accortezza, soprattutto se si ha sulle spalle molti anni e poca ludicità residua.