Il Pra va in pensione… forse

L'esecutivo di Renzi ha senza dubbio una pletora di vizi e difetti, al pari di coloro che l'hanno preceduto, ma tra annunci, retromarce e spintoni vari, il processo di riforma avanza, seppure lentamente e con moto non certo rettilineo. Tra i molti fronti aperti, uno in particolare costituisce una vera e propria sfida, in cui molti prima di loro si sono cimentati, perdendo (spesso anche la faccia). E' il caso della riforma della P.a, autentico molock del nostro sistema burocratico, una sorta di barriera corallina indistruttibile e insensibile al cambiamento. All'interno di questa riforma ve ne una che rappresenta un pò l'emblema dell'Italia che non cambia mai: l'eliminazione del Pra (Pubblico registro automobilistico), autentico e conclamato carrozzone, notoriamente un doppione pressochè inutile che sopravvive da 90 anni e decine di anni di riforme inefficaci. Una sorta di prova del fuoco per Renzi e il suo esecutivo. Sembra che il decreto attuativo sia in dirittura di arrivo, entro il 1° gennaio 2016, infatti, le funzioni svolte dal Pra saranno trasferite ad un nuovo ente (il Ministero delle infrastrutture e trasporti). Detto così sembra solo l'ennesimo cambiamento di nome, tanta forma e poca sostanza. Sei mesi dopo, però, il cambiamento diventerà più consistente: il primo luglio il certificato di proprietà andrà in pensione, per essere sostituito dal documento unico di circolazione, che ingloberà anche la carta di circolazione. Per la sua emissione sarà pagata una tariffa di 29 euro, che sostituirà gli attuali costi di iscrizione al Pra e all'Archvio nazionale dei veicoli (decisamente più elevati).

Entro trenta giorni dalla pubblicazione del decreto l'Aci, che attualmente gestisce il Pra, dovrà avviare il trasferimento di tutte le informazioni (sia in cartaceo che in digitale) presenti nella sua immensa banca dati. A valle di questo passaggio, l'Automobile club dovrà provvedere "alla riorganizzazione del personale e alla contestuale riduzione della pianta organica", oltre alla ridefinizione dei rapporti con le sue società partecipate.