Il Parlamento delibera contro i vitalizi: per gli eletti già condannati stop alle regalìe

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L'ufficio di presidenza della Camera dei deputati e del Senato hanno dato l'ok alle rispettive delibere che bloccano i vitalizi a tutti quegli ex deputati e senatori che sono stati condannati per gravi reati. Alla Camera non si sono visti voti contro ed a favore della delibera si sono espressi Pd, Sel, Sc, Fdi e Lega. Forza Italia e M5S sono usciti dall'aula, Area popolare non ha preso parte al voto.

Al Senato invece M5S e Gal (Grandi autonomie e Libertà) hanno votato contro e Forza Italia ha lasciato la seduta. Pd, Sel e Lega hanno invece dato il loro sì alla delibera.

Lo stop riguarda quelle che sono a tutti gli effetti rendite a vita che erano a vantaggio di eletti già condannati per reati di mafia, terrorismo e contro la pubblica amministrazione (con pene superiori a 2 anni di galera). Nelle stesse ore era in corso il sit-in pro abolizione dei vitalizi da parte dell'associazione Libera proprio di fronte alla Camera dei deputati: Enrico Fontana, il suo coordinatore nazionale, ieri aveva consegnato a Laura Boldrini e Piero Grasso più di 500.000 firme raccolte in rete con questo fine.

Le due delibere sono senz'altro un bel passo avanti, ma c'è un però. E riguarda il meccanismo della "riabilitazione": se un deputato (precedentemente condannato) la otterrà, vedrà di nuovo il proprio vitalizio riprendere esattamente come prima della condanna. L’interessato potrà farne richiesta dopo 10 anni dalla fine della condanna per i reati più gravi e dopo 3 in quelli meno gravi, ovviamente solo dopo la decisione da parte di un magistrato.

Il Movimento 5 Stelle ha stabilito di non votare a Montecitorio ed esprimersi contro a Palazzo Madama: chiede adesso modifiche alle delibere. "L'ultima bozza di delibera, venuta fuori dopo l'incontro la scorsa settimana fra Grasso, Boldrini e i rappresentanti del Pd infatti, - spiegano i grillini - risulta essere solo un compromesso a estremo ribasso che agisce su una strettissima cerchia di ex parlamentari, mentre garantisce il vitalizio vita natural durante a tutti gli altri. Non ha senso che un cittadino non può essere eleggibile, in applicazione della legge Severino, se ha riportato una determinata condanna mentre se la stessa condanna la riceve mentre è parlamentare gli spetta pure il vitalizio". Il M5S incontrerà il presidente del Senato perchè si possano includere anche coloro i quali hanno subìto condanne per reati che prevedono una pena massima di 4 anni.

Per Cicchitto (Ncd) i presidenti di Camera e Senato avrebbero dovuto tutelare i vitalizi anche quando la cosa appariva "impopolare": piuttosto, secondo l'esponente del partito di Alfano, ci sarebbe più bisogno di un'apposita legge. Prima del voto Ignazio Messina, segretario Idv, aveva affermato: "Qualsiasi sia lo strumento normativo, ci batteremo senza tregua finché i vitalizi non saranno definitivamente eliminati. L'Idv sul tema ha già depositato una proposta di legge". Ed anche la Lega ha fatto la stessa cosa, allo scopo di abolire i vitalizi a tutti i parlamentari, non solo a chi è condannato.

Ieri i promotori della campagna "Riparte il futuro", promossa da Libera e gruppo Abele, e quelli della petizione avviata da change.org avevano espresso l'auspicio che la loro voce (e quella di migliaia di persone) trovasse eco in Parlamento. “E’ per noi una norma di buonsenso, speriamo che si annulli questo privilegio per chi è stato condannato in maniera definitiva e per chi non onora la Repubblica secondo quanto previsto dall’art.54, sarebbe un modo per riconciliare i cittadini con le istituzioni” aveva detto Franco La Torre, il figlio di Pio, politico siciliano ucciso a Palermo dalla mafia nel 1982.