Il nuovo Cda Rai ricalca vecchi schemi, ecco i magnifici sette

Quando gli italiani vanno in vacanza, arrivano spesso decisioni importanti: è il turno questa volta di quello che sarà il nuovo Consiglio di amministrazione della Rai. La televisione di Stato ha infatti rinnovato oggi, dopo la votazione all'interno della Commissione di Vigilanza Rai, i propri membri effettivi: entrano Rita Borioni, Arturo Diaconale, Carlo Freccero, Guelfo Guelfi, Giancarlo Mazzuca, Paolo Messa e Franco Siddi.

Ancora una volta sono state determinanti le forze politiche presenti in Commissione che hanno spinto i propri candidati. Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aveva mesi addietro parlato di un rinnovamento nelle modalità di scelta dei nuovi membri del Cda: nonostante ciò, però, tutto è avvenuto come al solito. Carlo Freccero, già direttore di Rai 2 (con un passato in Fininvest), è stato sostenuto da M5S e Sel, Rita Borioni, viceresponsabile cultura del Pd, dal partito del Presidente Renzi insieme a Guelfo Guelfi, attuale presidente del teatro Puccini di Firenze e 'spin doctor' renziano, ed a Franco Siddi, fino a pochi mesi fa segretario Fnsi.

Gli altri tre membri del Cda sono Arturo Diaconale, direttore de l'Opinione, voluto da Forza Italia, così come Giancarlo Mazzuca, direttore de il Giorno ed ex deputato di Fi. L'ultimo membro è invece Paolo Messa, di professione editore e, in passato, 'spin doctor' di Raffaele Fitto e ufficio stampa Udc.

Il comunicato stampa a firma del sindacato interno all'azienda Rai, l'Usigrai, è lapidario: “Il cda Rai è stato nominato con il bilancino dei partiti - dice la nota diffusa -, senza alcun tipo di discussione sul mandato del nuovo vertice, né sul finanziamento. E tutto questo è ancora più grave visto alla vigilia del rinnovo della Concessione di Servizio Pubblico. Ancora una volta i partiti hanno affermato che la Rai è proprietà loro. I cittadini possono aspettare. Per loro e per la Rai non è la volta buona”.

Allo stato attuale, tra gli eletti, solo Freccero e Diaconale hanno alle proprie spalle esperienze di televisione. Un volto in parte anche televisivo sarebbe stato Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera, che ha preso due soli voti ed è rimasto fuori: pare che sia stato scelto dalla minoranza interna al Pd, partito che non ha quindi votato compatto in Vigilanza. Dopo le dure critiche rivolte a Renzi negli scorsi mesi, per De Bortoli era difficile saltare l'ostacolo e venire infine eletto.

Per domani è ora attesa la nomina dei nuovi direttore generale e presidente del Cda: pare che anche qui i renziani avranno la meglio.