Il governo incentiva i commerci tagliando le tasse

Il governo cinese non intende lasciare che sia solo la Banca centrale a gestire la situazione di crisi finanziaria agendo sulla leve monetaria, ma intende mettere in campo anche altri sistemi, di natura più prettamente commerciali. Tra questi, il taglio delle tariffe sulle importazioni ed esportazioni pagate dalle compagnie locali , al fine di ridurre i costi delle società. L'annuncio è stato fatto oggi dal Consiglio di STato cinese, il quale ha precisato che le aliquote riscosse a livello centrale saranno ridotte, mentre le imposizioni locali saranno riparametrate.

La decisione è stata motivata anche dai dati poco lusinghieri che sono giunti dalla bilancia commerciale cinese: le esportazioni sono scese dell'8,3% rispetto al +2,8% registrato a giugno e le importazioni sono diminuite per il nono mese consecutivo (-8,1% a/a) dopo il -6,1% di giugno.

La maggiore preoccupazione attuale di investitori e analisti è quella di capire se questa flessione è temporanea o si protrarrà nel medio e lungo periodo. I giudizi, per ora, sembrano prevalere per la prima ipotesi, molto dipenderà dalla reazione e dagli sforzi che l'esecutivo centrale metterà in campo a sostegno dell'economia. In tale senso, l'annuncio di oggi.

Sul fronte valutario, il premier cinese Li Kegiang ha cercato di "buttare altra acqua sul fuoco" dichiarando che non vi sono pericoli per un deprezzamento dello yuan nel lungo periodo.

Anche se il tempo (in termini di mesi o addirittura di settimane e giorni) darà il suo inesorabile responso, non si può certo accusare la Cina di immobilismo o di non fare nulla per contrastare la crisi (per ora solo finanziaria).

Speriamo che chi di dovere stia prendendo appunti anche nel Vecchio Continente...