Il filo di gas che unisce la Grecia alla Russia

La Grecia tenta di riprendersi un pò della sua indipendenza (economica) perduta e per arrivare a questo (ambizioso) traguardo, parte dalla autosufficienza energetica, settore strategico per le industrie e non solo.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Ekathimerini l'idea è quella di diventare uno snodo energetico multiplo, basandosi su una politica energetica indipendente e basata sugli interessi nazionali e sulla cooperazione e la sicurezza nella regione ed in Europa. Queste parole sono state pronunciata nei giorni scorsi dal ministro greco dell'Energia, Panagiotic Lafazanis, dopo un incontro con Amos Hochstein, inviato speciale degli Stati Uniti per le relazioni energetiche internazionali. Il ministro ha dichiarato: "Atene sostiene la realizzazione di una condotta per il gas naturale che raggiungerà il confine con la Turchia, portando in Grecia le forniture della Russia. Le implicazioni geopolitiche di un progetto di un Flusso greco (Greek Stream) risultano in contrasto con quello del Corridoio meridionale (Southern corridor), appoggiato dagli Usa. L'incontro con l'inviato nordamericano è arrivato pochi giorni dopo un colloquio telefonico tra il premier greco Tsipras ed il presidente russo Putin, nel corso del quale quest'ultimo ha promesso sostegno finanziario alle compagnie greche coinvolte nel progetto di estensione del gasdotto dalla Grecia alla Turchia.

Da questa fitta tela di incontri e dal calibro dei personaggi coinvolti, appare chiaro che la Grecia sta soprattutto tentando di uscire dall'isolamento in cui è stata relegata per anni dalla Troika, in cambio degli aiuti promessi. Per farlo l'alleanza con la Russia di Putin sembra una decisione strategica coraggiosa ma pericolosa.