Il ciclo dell’acqua – come lo conosciamo – è da cambiare

Lo ricordiamo tutti, sui libri di il ciclo dell’acqua: dava l’impressione che si trattasse di una risorsa in grado di rigenerarsi all’infinito, senza perdite, senza sprechi. In maniera circolare, tutto quello che veniva consumato rientrava nel circolo. Ma è davvero così?

Quello che manca, ed è sempre mancato in questi schemi, sia nell’istruzione che in ricerca, è l’effetto dell’interferenza dell’uomo, secondo una nuova analisi effettuata da un team internazionale di esperti di idrologia.

Lasciare l’uomo al di fuori dell’immagine, secondo i ricercatori, contribuisce a creare una mancanza di consapevolezza su come ci relazioniamo con l’acqua sulla Terra, e genera un falso senso di sicurezza sulla disponibilità futura di questa preziosa risorsa.

In un articolo su Micron vengono descritte le problematiche da questo team di esperti, che ha realizzato un nuovo set di diagrammi per promuovere una maggior comprensione di come il ciclo dell’acqua funziona davvero nel ventunesimo secolo, tenendo conto delle interferenze dell’uomo in quasi ogni sua fase.

Le nuove rappresentazioni redatte dal gruppo di ricerca mostrano un’immagine più complessa che include elementi come lo scioglimento dei ghiacciai, i danni causati dalle inondazioni dovute alle modifiche di destinazione del suolo, l’inquinamento e l’aumento del livello del mare.

Certo, si deve tener conto che dei disegni più accurati non risolveranno da soli la crisi idrica globale, ma potrebbero contribuire in maniera significativa alla percezione che abbiamo di questa risorsa e alla consapevolezza che l’utilizzo locale che facciamo dell’acqua e il cambiamento climatico hanno conseguenze a livello planetario.

Fonte SNPA