Il bancomat del gol fasullo torna a inquinare il calcio

Rieccoci. Come nel ciclismo si dopano anche i veterani con la pancetta così nel calcio le troppe tentazioni per i pochi soldi che circolano dopo anni di Bengodi generano il nuovo Bancomat del gol fasullo. Per l’ennesima volta. Come nel 1982 e nel 2006, quando fu l’Eldorado della Serie A a essere bacato. Ma stavolta nel mirino sono i piani bassi, cioè i campionati minori, il che è ancor peggio. E’ di magra consolazione perfino la scaramanzia tratta dagli almanacchi: 33 anni fa vincemmo il Mondiale al Bernabeu di Madrid, 9 anni or sono l’Italia del pallone fece il bis a Berlino. Un sistema di corruttela e illegalità che va da Monza alla Calabria, stringe rapporti con la ‘ndrangheta, fa giocate milionarie anche sulle partite in Cina con una barca di soldi che arrivano dalla Serbia. I 50 arresti (giocatori, dirigenti e imprenditori senza onestà), i 77 indagati, le 28 partite truccate e i 33 club coinvolti sono il triste compendio del nuovo scandalo. Speravamo (ma anche in questo siam rimasti delusi) che la tanto contestata presidenza Tavecchio, oltre a fornire spunti alle gag di Crozza, potesse servire a spezzare l’intreccio illegale. Si è invece saputo (tutti già lo sospettavano) che si è (ri)formato un ceto professionistico del malaffare formato da presidenti senza onore, procuratori e direttori sportivi specialisti nell’intrallazzo, calciatori a fine carriera che rimpinguano il conto in banca manipolando i risultati, scommettitori truffaldini. Ma c’è purtroppo anche dell’altro nell’agonia del nostro sport più popolare. Si sta indagando sui presunti intrallazzi alla base dell’accordo Sky-Mediaset sui diritti tv per le gare della serie A. Un giro di circa un miliardo di euro per un triennio. Qualcosa sospettavano già tutti, ma essendo garantisti attendiamo la conclusione dell’inchiesta.

Luciana Marina Bernes

lm.bernes@alice.it