Ignazio Marino non è più il sindaco di Roma e accusa: “Accoltellato da 26 nomi e un unico mandante”

La giunta dell'ormai ex sindaco Marino decade dopo le dimissioni di 19 esponenti della maggioranza e 7 delle opposizioni. Così il primo cittadino della capitale convoca una conferenza stampa e si sfoga: "Il Pd ha tradito il suo dna, bisognava andare in aula, non dal notaio".
Il riferimento di Marino non è casuale perchè all'indomani della decisione di ritirare le dimissioni, 26 consiglieri comunali hanno infatti firmato proprio davanti a un notaio, le loro dimissioni. Giunta e primo cittadino sono di conseguenza decaduti. Così l'ormai ex primo cittadino attacca a testa bassa: Alla domanda se le dimissioni sono arrivate a seguito di screzi col presidente del Consiglio Matteo Renzi Marino ha risposto caustico: "Non ho affatto avuto un rapporto turbolento con Renzi, nell'ultimo anno non ho avuto nessun rapporto". "Sono stato accoltellato da 26 nomi e cognomi ma da un unico mandante", ha aggiunto Marino rispondendo ai giornalisti sul comportamento dei dirigenti ed esponenti del Pd. "Non mi fa piacere vedere da democratico che il Pd è andato dal notaio con chi ha militato nel partito di Berlusconi", ha aggiunto Marino.
"Questo Partito mi ha deluso per il comportamento dei suoi dirigenti perché ha rinunciato alla democrazia tradendo ciò che ha nel suo dna". "In un dibattito aperto e franco in aula - ha proseguito Marino - avrei accettato la sfiducia a viso aperto o avrei detto di andare avanti, avrei detto di fare ciò che è più giusto e non ciò che è più conveniente, per una politica al servizio degli altri e non dei propri vantaggi". "Io non ho capito quali errori mi si rimproverano su un programma, ha aggiunto l'ex sindaco che il centrosinistra ha sostenuto. Poi dopo lo sfogo è stato tutto una stretta di mano e sorrisi da parte di Marino uscendo dalla sala della protomoteca in Campidoglio. L'ormai ex sindaco si è fermato per ringraziare i suoi sostenitori e i consiglieri comunali di Sel, partito che più volte ha messo in difficoltà Marino durante il suo mandato tanto che negli ultimi mesi aveva anche deciso di uscire dalla maggioranza, ma che non ha ritenuto opportuno aderire alle dimissioni di massa.
Dopo la conferenza stampa a parlare è stato il presidente del Pd Matteo Orfini: "Sono garantista, non ho mai chiesto le dimissioni a Marino per la vicenda scontrini" spiega il commissario Pd. "Non penso di dover rassegnare anche le dimissioni" per la vicenda di Roma, aggiunge Orfini: "Agisco su mandato Pd". Poi l'ex assessore Esposito spiega: "Il prefetto potrebbe nominare subito il commissario. Entro lunedì sarà operativo". Fine di una brutta storia ed inizio di una nuova che potrebbe essere anche peggiore