I primi settant’anni del Primorski dnevnik

Il Primorski dnevnik compie 70 anni, è un traguardo che con l'attuale situazione dell'editoria è certamente di grande valore. Il primo numero del quotidiano in lingua slovena del Friuli Venezia Giulia vide la luce il 13 maggio 1945 nella Trieste appena liberata dal nazifascismo. Il giornale nasceva dalle ceneri della seconda guerra mondiale e dall'incredibile avventura del suo predecessore, quel Partizanski dnevnik nato nelle foreste slovene nel novembre 1943 e considerato l'unico quotidiano partigiano stampato nell'Europa occupata. Ma le sue radici affondano nel 19o secolo, precisamente nel 1894, quando a Trieste nasceva il quotidiano in lingua slovena Edinost (chiuso poi dal regime fascista nel 1928).  70 anni dopo il Primorski dnevnik (il nome significa letteralmente Quotidiano del Litorale) è ancora qui: distribuito sei giorni su sette tra gli abbonati della Regione e nelle edicole, non soltanto organo informativo, ma anche insostituibile elemento identitario della comunità slovena. La crisi del settore e i tagli ai fondi per l'editoria, si legge in una nota dell'Assostampa del Fvg , l'hanno messo in ginocchio, ma non l'hanno piegato. I giornalisti (15, distribuiti tra le redazioni di Trieste e Gorizia) sono da tre anni in contratto di solidarietà e come centinaia di colleghi del nostro Paese attendono la riforma della legge sull'editoria promessa dal governo Renzi. Una riforma che, come dichiarato più volte da fonti autorevoli, dovrà contenere anche norme specifiche per i giornali delle minoranze (oltre al Primorski dnevnik anche due quotidiani in lingua tedesca).   L'editore, la società DZP-PRAE e la cooperativa Zadruga Primorski dnevnik che conta circa due mila soci, ha deciso di segnalare il settantesimo anniversario con quattro conferenze stampa: ieri a Lubiana, oggi nella sede romana della Regione Friuli Venezia Giulia, domani MERC al Circolo della stampa di Trieste e giovedì nel Trgovski dom di Gorizia (sempre con inizio alle ore 12). Sarà questa l'occasione per ricordare i primi settant'anni di storia del Primorski dnevnik e per brindare a un futuro, si spera, più roseo.