Glifosato. Corrao M5S: “La risposta della Commissione UE è insopportabile. La storia un giorno gliene chiederà conto”

“L’atteggiamento della Commissione Europea nei confronti del pericolo glifosato è insopportabile. Nonostante decine di ricerche internazionali indipendenti ne abbiano dimostrato la nocività, la Commissione Europea si ostina a essere un muro di gomma rispetto alle nostre preoccupazioni”. Così l’eurodeputato Corrao alla luce della risposta della Commissione Europea alla sua interrogazione sul principio di precauzione da attivare nei confronti del glifosato.

“Da tempo - spiega Corrao - mi occupo del pericolo del glifosato per i consumatori europei, in particolare per il glifosato contenuto nel grano importato in Italia. Non dimentichiamoci che la stessa Commissione europea ha riscontrato che il 9,1% dei campioni di grano analizzati contiene residui di glifosato, seppure al di sotto dei limiti consentiti dal regolamento 293/2013, che ammontano a 10 mg di glifosato per ogni kg di frumento. Tale soglia è elevata e non prende in considerazione l'effetto cumulativo che ha un impatto sulla quotidiana alimentazione. Per di più nel 2011 è stata accertata scientificamente l'attività antibiotica della molecola «glyphosate» sui batteri intestinali benefici, mentre la raccomandazione comunitaria 187/2005/CE ha stabilito il divieto definitivo di commercializzare e utilizzare qualunque tipo di antibiotico”.

“Per questo - spiega ancora l’eurodeputato M5S - alla luce di numerose ricerche internazionali indipendenti, come IARC, OMS, American Cancer Society e l'Istituto Ramazzini, che hanno messo in luce gli effetti cancerogeni e i rischi sulla salute, ho chiesto alla Commissione UE di considerare la messa al bando dei prodotti agroalimentari contenenti glifosato per via della sua azione antibiotica e inoltre ho chiesto l'applicazione del principio di precauzione nel divieto di importazione dei prodotti contenenti glifosato. Infine ho messo in luce la necessità di una nuova valutazione dell'EFSA sulla dose giornaliera tollerabile di glifosato per potere determinare una nuova concentrazione massima consentita”.

“La Commissione UE - sottolinea Corrao - fa orecchie da mercante e sminuisce in modo vergognoso i pericoli del glifosato, catalogato dall’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) come probabilmente cancerogeno. Non solo rimanda al mittente le accuse sugli effetti nocivi, ma sostiene anche che non c’è alcun bisogno di effettuare nuove analisi da parte e valutazione da parte dell'ESA e inoltre che le soglie fissate siano ottimali. Per noi questa posizione è assolutamente inaccettabile, Mi chiedo come faccia la Commissione a non prendere alcun provvedimento alla luce dell’operazione di schedatura di amici e nemici del glifosato attuata dalla Bayer nei confronti di politici, scienziati e giornalisti. Intanto nel mondo proliferano le cause per le malattie causate dal glifosato e i primi risarcimenti per i malati di linfoma. E continuano a morire le api per via dell’avvelenamento e già i primi Stati membri, come l’Austria, e i primi Comuni in Italia hanno espresso il divieto esplicito di utilizzo del glifosato. Lo Iarc inoltre riporta prove forti di genotossicità e molte studi hanno dimostrato la presenza del glifosato nelle urine dei agricoltori e dei bambini che abitano nelle zone esposte. Persino nei ‘Monsanto papers’ emerge che l’allora responsabile di tossicologia della Monsanto scriveva che ‘non si può dire che il glifosato non provochi il cancro’. Infine è ormai arcinoto che l’EFSA, citata dalla Commissione Europea, è arrivata alla conclusione della non pericolosità del glifosato con test finanziati dai produttori del glifosato e il Rapporto della Commissione UE che assolve il pesticida è in buona parte un copia e incolla di alcune parti del rapporto pagato dalla Monsanto. Ma per la Commissione continua a non esserci alcun problema. Un giorno la storia chiederà conto di questa responsabilità politica della Commissione UE nei confronti dei danni irreparabili che il glifosato sta creando all’ambiente e alla salute dei cittadini europei” - conclude Corrao.