Gli affari sono affari, la sempre “neutrale” Svizzera anticipa tutti e cancella alcune sanzioni contro l’Iran. Potrà vendere preziosi e acquistare greggio

La Svizzera non si smentisce e come nelle migliori tradizioni elvetiche di paese neutrale, ma che fa affari con tutti, non appena ha visto lo spiraglio ha cancellato alcune sanzioni contro l’Iran. Berna ha cancellato alcune sanzioni economiche contro l’Iran dopo l’accordo sul nucleare firmato da Teheran e dalle sei potenze mondiali. Ora per le aziende svizzere sarà possibile commerciare metalli preziosi, greggio e prodotti petrolchimici. Del resto la svizzera in questi anni ha lavorato a lungo con le istituzioni iraniane non solo l'ambasciata elvetica era attiva a Teheran ma aveva rappresentato per molto tempo gli interessi Usa in Iran. Citando “l’importante svolta nella disputa sul nucleare, che dura da 12 anni”, il governo di Berna ha deciso di togliere il bando sulle transazioni di metalli preziosi e sulla necessità di registrare tutte le transazioni di prodotti petrolchimici. Cancellate anche le sanzioni sulle registrazioni di trasporto del petrolio greggio iraniano, come pure tutte le polizze assicurative stipulate in relazione a tali operazioni. La Svizzera ha rappresentato gli interessi degli Stati Uniti dal 1979, quando Usa e Iran hanno interrotto i rapporti diplomatici. Il governo svizzero ha però precisato, con grande faccia tosta, che per loro “la grande maggioranza delle sanzioni internazionali contro l’Iran, comprese quelle adottate dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, rimangono in forza”. Esso ha anche dichiarato che reintrodurrà le sanzioni cancellate nel caso che l’Iran non attui l’accordo firmato a Vienna. Ma in realtà la Svizzera, così come probabilmente altri paesi, di affari con l'Iran ne avevano fatti anche durante il regime di embargo. Lo strumento utilizzato era quello delle triangolazioni sia nella spedizioni delle merci che nell'incasso. I pagamenti passavano generalmente da Stati terzi come Dubai o la Turchia .  Nessuna conferma ovviamente dalle banche elvetiche che ripetono ad ogni richiesta la loro posizione ufficiale, cioè che "a causa delle sanzioni dell’UE e dell’ONU sono bloccati gli affari con l’Iran".
In effetti le transazioni dirette in denaro sono state  il maggiore problema per i rapporti commerciali con l’Iran, ma per gli abili banchieri svizzeri trovare una soluzione non deve essere stato difficile. Tutto però andava fatto nel massimo riservo, infatti  sebbene l’UE e la Svizzera non abbiano adottato sanzioni così estese ed estreme come quelle che gli Stati uniti hanno imposto da 35 anni  le ripercussioni della volontà Usa di bloccare ogni forma di transazione andavano rispettate almeno formalmente. Questo perchè dal punto di vista statunitense, un’azienda o banca doveva scegliere tra fare affari con gli USA oppure con l’Iran. È questa la ragione per cui le banche internazionali, svizzere comprese  integrano le sanzioni USA nelle loro analisi dei rischi. Insomma facciamo gli affari con l'Iran con discrezione, ma se gli Usa ci beccano dobbiamo preventivare i costi, insomma il rischio ponderato.