G8 di Genova: Italia condannata alla Diaz ci fu tortura

Sono quelle notizie che un cronista non vorrebbe mai dover scrivere quando riguardano il proprio Paese. Parliamo del fatto che i giudici della Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo hanno stabilito all'unanimità che l'Italia violò l'articolo 3 della Convenzione sui diritti dell'uomo, che vieta la tortura, durante l'irruzione alla scuola Diaz di Genova nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001 in occasione del G8. Certo lo sapevamo fin dai giorno dopo, ma ora che tutto è “certificato” a livello internazionale è come se quella ferita profonda nella coscienza democratica si sia riaperta sanguinante. L'Italia è stata inoltre condannata anche per non essersi dotata di una legislazione adeguata per punire il reato di tortura. Come è noto all'origine del procedimento c'è un ricorso presentato da Arnaldo Cestaro, rappresentati dagli avvocati Nicolò e Natalia Paoletti, Joachim Lau e Dario Rossi. I giudici hanno deciso all'unanimità che lo Stato italiano ha violato l'articolo 3 della Convenzione sui diritti dell'uomo, che recita: "Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti". L'Italia dovrà versare a Cestaro un risarcimento di 45mila euro. Poca cosa certo, ma dal valore immenso sul piano morale.