Il futuro di Liberi e Uguali in colloquio con Miguel Gotor, esponente di spicco del nuovo soggetto politico della sinistra

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Ieri sera a Cervignano del Friuli all'assemblea di Liberi Uguali del Fvg sulle candidature da proporre al coordinamento nazionale era presente in qualità di garante il senatore Miguel Gotor, nome e volto noto della politica nazionale, prima del PD ora di MDP o meglio di Liberi e Uguali. Il suo nome e cognome tradisce l'origine spagnola, studioso di storia è autore di numerosi libri, ma è evidente che la politica è una sua passione e non solo per il suo ruolo, ma anche per il modo appassionato con il quale ha affrontato la chiacchierata che abbiamo fatto nel salottino della Hall dell'Hotel internazionale di Cervignano.
Non un'intervista tradizionale ma un dialogo informale al quale si sono associati alcuni dei presenti che attendevano l'inizio dell'assemblea. Certamente meglio di un “domanda rispondi” che in genere perde di spontaneità, ma che non mi consente di virgolettare. Gotor sul percorso di Liberi e Uguali, pur ammettendo le criticità date dal fatto che si tratta di progetto ambizioso che deve andare oltre la scadenza elettorale del 4 marzo prossimo, è stato molto chiaro soprattutto sulla necessità di comunicare bene le proposte della lista. Su alcune questioni, ha spiegato, bisognerà essere cristallini, puntando su obiettivi concreti e praticabili che identifico soprattutto nei temi del lavoro, della scuola e nel tema dell'uguaglianza.
Alla richiesta diretta di quale potrà essere l'area nella quale si pensa che Liberi e Uguali potrà attingere voti, Gotor è stato chiaro, vi sono più fronti, ha spiegato, il primo è quello relativo ai delusi dal PD e che si sono già collocati fuori, nell'area del non voto. E' chiaro che a questi, che sono elettori certamente esigenti anche ideologicamente, bisognerà dare la necessaria concretezza di programmi e di modello futuro, perchè vincere la disillusione patita negli ultimi anni, non è cosa semplice. Ci sono poi quelli che sono ancora in area PD ma che non sono contenti di come stanno andando le cose e che guardano certamente a Liberi e Uguali come un possibile approdo, ma tentennano, bisognerà dimostrare loro non solo concretezza ma anche giusta solidità e coesione. C'è poi la fascia più grande, la gente meno politicizzata che misura la tua credibilità sulle proposte e che bisogna conquistare sul campo. Fondamentale è ovviamente, ha spiegato in sostanza Gotor, aprire una nuova stagione a sinistra nel segno della discontinuità con quella che è stata la stagione renziana partendo proprio dal tema del lavoro e del precariato. La filosofia del jobs act ha negato alla radice alcuni principi che erano fondanti dell'identità di sinistra. Noi su questo, ha aggiunto Gotor, dobbiamo invertire la tendenza attraverso diverse politiche di investimenti pubblici, lotta al precariato e affrontando il problema lavoro alla radice. Ormai non è soltanto lotta alla disoccupazione, ma è il tema della qualità del lavoro. Perchè, ha spiegato, il lavoro non è solo reddito ma anche dignità e speranza di un progetto di vita che la filosofia del jobs act, figlia di un neoliberismo, ha mortificato vedendo fin qui una inaccettabile subalternità anche della sinistra. Sulla seconda questione, quella dei processi formativi Gotor è stato moto diretto e chiaro, non si tratta ha spiegato, solo di ricostruire il rapporto con il mondo della scuola e dell'università che sono stati traditi e vessati da una pessima riforma e da una concezione di tipo aziendalista ma anche di riprendere in mano una diversa concezione di fare cultura. Fra l'altro, ha aggiunto Gotor, un recente sondaggio ci racconta come, inaspettatamente, vi sia una certa attenzione sulle nostre proposte, su lavoro e cultura, da fasce giovanili, un fattore che in tutta onesta non ci aspettavamo, ma che potrebbe diventare un terreno molto interessante di pratica politica a patto di dare risposte chiare, credibili e con il giusto linguaggio. Anche la proposta fatta da Piero Grasso sull'abolizione delle tasse universitarie, secondo Gotor, va in quel solco, vuole segnale un punto di discontinuità rispetto ad una concezione sbagliata dell'accesso allo studio, che non è un servizio, ma un diritto universale. Sul terzo punto quello dell'eguaglianza, Gotor, lo ritiene fondamentale perchè oggi più che mai è necessario superare la logica dei bonus, bisogna invece operare per ridurre le disuguaglianze rimuovendo gli ostacoli sociali ma anche di ordine economico che limitano la libertà dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana come per altro recita l'articolo 3 della Costituzione.

Fabio Folisi