Fumata bianca per la Consulta. Eletti 3 giudici con l’asse Pd-M5S. Bufera interna in Forza Italia

L'inedito asse Pd-5 stelle ha consentito l'accordo sui giudici costituzionali. Così alla fine per la Consulta arriva la fumata bianca. Eletti i tre giudici: Barbera, Modugno e Prosperetti hanno ottenuto il quorum. Ai nomi di Augusto Barbera, espresso dal Pd, e di Franco Modugno, votata dalla rete dei 5Stelle, si è aggiunto Giulio Prosperetti, classe 1946, professore all'Università di Tor Vergata di diritto della sicurezza sociale. In passato è stato assistente di diritto costituzionale con Leopoldo Elia e di diritto del lavoro con Gino Giugni. Il nome, che circolava già raccoglie i consensi della galassia centrista, da Area Popolare (Ncd con Udc), a Scelta civica, ai Popolari per l'Italia. Tutto è avvenuto alla trentaduesima votazione con il Parlamento in seduta comune. Così è risolta una questione che nel Parlamento si trascinava da mesi, e si è risolta appunto grazie ad un colpo di scena dell'ultimo momento con il Pd che, dopo i numerosi tentativi di trovare una sintesi su diversi nomi scelti insieme a Forza Italia, ha letteralmente scaricato il partito di Berlusconi e chiuso un accordo con grillini e centristi che è stato votato e promosso dall'Aula. Accordo con i 5Stelle che ha lasciato a bocca asciutta i forzisti e ha però risvegliato profondi malumori nel partito di Silvio Berlusconi. L'ex premier, subito dopo il voto, ha commentato: "E' molto grave che la Consulta non abbia al suo interno nemmeno un giudice che sia del centrodestra che oggi tra gli elettori è la componente più importate. E'una cosa grave". "Questo premier - ha continuato Berlusconi - estende i suoi interventi ovunque e pone i suoi uomini dovunque mentre noi lasciavamo sempre una percentuale di nomine alle opposizioni". Ma se Berlusconi lancia i suoi strali contro il premier Paolo Romani ha esteso le sue critiche feroci ai suoi colleghi di partito e alla gestione della partita in generale. "Quanta amarezza, non ho voglia di parlare - ha detto Romani -. So solo che il risultato è questo qui, la disfatta su tutta la linea". "Non faccio nomi - ha aggiunto a chi gli chiedeva se la colpa del fallimento fosse del capogruppo Renato Brunetta protagonista ieri di un duro scontro in Aula con il premier -, la situazione è sotto gli occhi di tutti. Dico che abbiamo sbagliato strategia, che stiamo sbagliando ancora una volta. Però a Renzi l'ho detto, non si fa così... Gli ho detto 'sei uno stronzo' e gliel'ho spiegato pure" "io alla lealtà, soprattutto ai massimi livelli istituzionali, ci credo ancora".