Friuli Venezia Giulia: dalla Regione il bando “par condicio” per celebrare “il Giorno della Memoria (olocausto) e quello del Ricordo (foibe)

L'obiettivo sarebbe quello di sostenere iniziative, incontri e viaggi che celebrino il Giorno della Memoria e il Giorno del Ricordo, ma in realtà c'è ben altro. Come è noto il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell'Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria. La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l'Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell'Olocausto. Si decise di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vifica-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Il Giorno del Ricordo invece è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Istituita dal governo Berlusconi, con la legge 30 marzo 2004 n. 92 e vuole conservare e rinnovare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra (1943-1945), e della più complessa vicenda del confine orientale». In realtà la data è stata scelta nell’anniversario della sottoscrizione del Trattato di pace con cui l’Italia regolò i suoi conti e concluse le vertenze aperte con la Seconda Guerra mondiale, specialmente riguardo alla Jugoslavia ed ai confini orientali. Non è stata una scelta casuale quella dei firmatari della proposta di legge: i deputati Roberto Menia, Gianfranco Fini, Mirko Tremaglia, Giuseppe Tatarella e Maurizio Gasparri, tutti di Alleanza nazionale, ex missini o fascisti repubblichini. L’operazione politica, secondo una larga interpretazione e non solo a sinistra, apparve allora un evidente tentativo di sminuire il senso della Shoah e le responsabilità dell’Italia fascista di Mussolini che attraverso le leggi razziali “alimentò” lo sterminio pianificato dalla Germania di Hitler. Del resto l'utilizzo della parola "ricordo" come contraltare a quella "memoria" rendono plasticamente palesi i tentativi di equiparazione. Come è facile capire le due ricorrenze, pur essendo deprecabile dargli oggi una visione ideologica stretta, lo diventano proprio perchè la giunta di destra che governa la regione Fvg le ha volute unificare in un unico bando in una logica di “par condicio” storica che rischia di diventare e forse lo vuole essere, provocatoria e divisiva. Intendiamoci è altrettanto sbagliato negare tout court la stagione repressiva anti-italiana post-bellica, ma usarla come una clava per nobilitare una stagione ed una ideologia già giudicata dalla storia, non solo è un errore grossolano, ma un abominio. C'è da meravigliarsi che il governatore Fedriga lasci fare. Lo strumento di promozione scelto dalla Regione è un bando che si rivolge alle istituzioni scolastiche e alle amministrazioni comunali con uno stanziamento complessivo di 80mila euro.
L'auspicio, spiega la Regione per bocca dell'assessore all'Istruzione della Regione, Alessia Rosolen è che le scuole "mettano i ragazzi nelle condizioni di sapere, di conoscere, di capire alcuni passaggi fondamentali della nostra storia, che non possono e non devono essere taciuti".
La Rosolen, ricorda come il bando pubblicato dalla Regione “risponda a precise richieste di diversi soggetti. A ottobre il Consiglio regionale ha approvato una legge che ha reso possibile la stesura e la pubblicazione del bando. L'ultima tappa sarà a gennaio, quando daremo il via libera al ddl sull'istruzione, che sancisce un percorso ufficiale per attività, iniziative e appuntamenti legati a queste due date". "La partecipazione al bando - spiega Rosolen - è riservata a istituzioni scolastiche capofila di reti di scuole (almeno tre strutture) e ad amministrazioni comunali, purché collaborino con una o più istituzioni scolastiche statali o paritarie. Sono stati fissati criteri oggettivi, consultabili da tutti, per garantire la massima trasparenza. Complessivamente, ci sono 80mila euro e la spesa ammissibile per le singole domande non può superare i 30mila euro".
"Il treno della memoria è un chiaro esempio di iniziativa brillante e collaudata”, aggiunge Rosolen. “Ci sono passaggi crudi della nostra storia che devono essere studiati e analizzati, perché solo la consapevolezza può scongiurare il rischio di regressioni culturali. Sul sito della Regione, è possibile apprendere ogni dettaglio del bando; da parte mia - aggiunge l'assessore - esprimo la massima disponibilità a dare spiegazioni e informazioni ulteriori".
Fin qui nulla di male ovviamente se non, come evidenziato in apertura la scelta di unificare il bando. Anche dando per buone le motivazioni “tecnico legislative” è evidente il tentativo di utilizzare le vittime, che in quanto tali sono tutte egualmente rispettabili, ad eventi storici che se pur collegati dalla fase storiche non sono equiparabili se non altro per dimensioni dei fenomeni. C'è evidentemente qualcuno, e negli ultimi anni su questo si sono affermate carriere politiche “nostalgiche” che intendono ancora, ad oltre 70 anni dagli eventi, usarli come clava politica per nobilitare ideologie che di nobile nulla avevano e che anzi sono state la radice effettiva di tutti i mali di allora e temiamo, nelle nuove forme, anche di oggi.