Frane e smottamenti in Veneto dopo i temporali. Tre morti ed alcuni dispersi

Nuovo disastro naturale con morti e danni, non solo eventi naturali ma responsabilità umane nel degrado del territorio. Questa volta non è stata una tromba d'aria ma una “bomba” d'acqua che ha provocato frane e smottamenti. Il termine bomba evoca la straordinarietà, quasi ci si voglia auto assolversi, ed invece s tratta di temporali violenti che in realtà ci sono sempre stati ma che oggi sono certamente più frequenti causa i mutamenti climatici. Ancora una volta l'evento luttuoso è avvenuto in Veneto colpito, come ci si ricorderà l'8 luglio scorso, sulla Riviera del Brenta da un evento meteorologico estremo che provocò 4 morti. Questa volta è stata una bomba d'acqua, scatenatasi tra Cortina e San Vito di Cadore, nella Valle del Boite, a causare una serie di frane e smottamenti. La più imponente, innescata dall'esondazione del torrente Ru Secco, che ha fatto tracimare un bacino di contenimento, ha travolto alcune automobili a San Vito, in provincia di Belluno. Su una di queste si trovava una coppia di giovani coniugi polacchi: lei è rimasta incastrata nell'abitacolo ed è stata tratta in salvo dai pompieri, lui è stato recuperato poco lontano, ormai privo di vita. La coppia stava dormendo in macchina nel parcheggio della partenza della seggiovia di San Marco, quando la frana ha trascinato la loro auto a valle assieme ad altre 4 vetture, una delle quali è stata trasportata dalla massa di sassi e acqua fino a San Vito. Durante le ricerche dell'uomo sono stati rinvenuti i corpi senza vita di altre due persone, al momento non identificate, uno un chilometro circa sotto la briglia dove si è fermata l'auto della coppia, l'altro molto più a valle. Proseguono le ricerche per verificare che non ci siano altre persone travolte dai detriti.
La frana, venuta giù come già in passato dalle pendici del monte Antelao, ha invaso anche la statale Alemagna, isolando così anche Cortina d'Ampezzo, e ha raggiunto un'abitazione, dove per fortuna non c'era nessuno, innescando allagamenti e colate di fango che hanno interessate altre case ed esercizi commerciali. Travolto anche un piccolo ponte lungo la pista ciclabile di San Vito.
Ma San Vito non è stato l'unico colpito dal fortissimo nubifragio. Un'altra frana è scesa a valle nella zona di Borca di Cadore, a Cancia, dove nel luglio del 2009 un fenomeno analogo causò la morte di due persone, madre e figlio, sepolte nella loro baita da fango e sassi, e una terza si è scaricata invece nei pressi di Auronzo, ricoprendo la strada regionale 48 delle Dolomiti. Qui il fenomeno è stato provocato dalla tracimazione del torrente Giralba. Come sulla statale Alemagna, anche in questo caso la circolazione è bloccata. Squadre di volontari e vigili del fuoco sono al lavoro nella ricerca di eventuali dispersi, in particolare sono in corso le ricerche di un ciclista a Peaio, sempre nella zona del Cadore. Sul posto sono al lavoro i vigili del fuoco e una squadra sommozzatori per le ricerche nel vicino lago. Non è chiaro infatti se il ciclista, che è stato visto su un ponte mentre arrivava la frana, sia stato travolto dai detriti o sia riuscito a porsi in salvo.