Forse più vicino un accordo fra Atene ed Eurogruppo. Si passa dallo “stallo” all’ammorbidimento delle posizioni

Qualcuno parla di stallo politico fra Atene e Bruxelles, per altri si tratta solo del poco tempo necessario per metabolizzare il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuota da ambo le parti. Di certo la mediazione è stata raggiunta, anche se delle limature tecniche sono ancora in corso. E siccome come è noto il “diavolo” si annida nei particolari, è su questi che ambo le parti stanno usando la lente d'ingrandimneto. Le ripercussioni infatti delle scelte potrebbero essere molte, non ultime quelle indirette, le ricadute sul comportamnto di altri Paesi in difficoltà. Comunque la situazione per adesso fra Atene e Bruxelles è in equilibrio. L'Eurozona per parte sua non ha intenzione di cedere alle richieste di un Governo percepito come di estrema sinistra. Mentre Tsipras non vuole cedere a ulteriori condizioni di austerità: i suoi elettori lo hanno scelto per contestarla ed oggettivamente i greci non sarebbero in grado di subire ulteriori penalizzazioni dato che hanno fasce consistenti della popolazione che sono scese ben al di sotto dei limiti della povertà e soffrono letteralmente la fame. I funzionari del Governo ellenico hanno presentato la loro proposta all'Eurogruppo che si accentra sostanzialmente sulla richiesta di prorogare il prestito di sei mesi. Il presidente Jeroen Dijsselbloem ha ricevuto la richiesta. Lo ha confermato con un tweet, senza entrare nel dettaglio della richiesta avanzata da Atene. Comunque l'Eurogruppo si riunirà domani alle 15 a Bruxelles. La riunione viene dopo i due tentativi andati in fumo in meno di una settimana ma potrebbe alla fine essere la volta buona, perchè in queste ore si è assistito ad un ammorbidimento delle tensioni al quale probabilmente, se non giungono fattori destabilizzanti nuovi, dovrebbe seguire un ammorbidimento nei contenuti e quindi l'accordo dilatorio. Non è un caso che il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, professa ottimismo sull'intesa con i partner europei per l'estensione del programma di aiuti. “Siamo sulla strada giusta - ha detto parlando ad Atene - sono ottimista e al massimo chiuderemo venerdì. La nostra proposta - ha detto - sarà scritta in modo tale che soddisferà le esigenze della Grecia e quelle del presidente dell'Eurogruppo”. Ed in effetti, dopo la drammatica rottura del negoziato all'Eurogruppo di lunedì scorso, Atene ha fatto sapere che avrebbe richiesto il rinnovo per sei mesi del prestito dell'Ue che scade il 28 febbraio con modalità accettabili per l'Eurogruppo. Alle dichiarazioni è seguito il presunto ammorbidimento della posizione Ue dimostrato anche dal fatto che la Bce che ha deciso di concedere altro tempo ad Atene rinnovando i prestiti d'emergenza. La Bce ha in sostanza rinnovato la liquidità d'emergenza alle banche greche, per due settimane, alzando la disponibilità a 68,3 miliardi da 65. Un segnale di fiducia, perchè la banca centrale può farlo solo sulla presunzione di solvibilità degli istituti. Ma è una fiducia a tempo perchè l'ultimatum in realtà scade domani. Sul negoziato però è piombato anche il monito di Washington che avverte: senza accordo ci saranno “immediate difficoltà” per la Grecia. Dal canto suo la cancelliera tedesca Angela Merkel non ha ancora dismesso la maschera della rigidità ed avverte: "la solidarietà e gli sforzi dei Paesi che ne beneficiano sono due facce della stessa medaglia e sarà sempre così". Intanto in un crescendo febbrile di attività il Parlamento greco ha eletto l'ex ministro dell'Interno e conservatore europeista Prokopis Pavlopoulos come nuovo presidente della Repubblica. Esperto di diritto pubblico, Pavloupolos è stato proposto anche dal partito di Tsipras, Syriza. Eletto deputato la prima volta nel 1996 con Nuova Demokratia, il principale partito di destra, si tratta secondo molti osservatori di un ulteriore seganlle all'Europa, eleggere infatti un “garante” non di sinistra vorrebbe essere una ulteriore granzia che la Grecia di Syriza fa sul serio e rispetterà i patti.