Formazione giornalisti: ultimi due mesi per recuperare i crediti del primo triennio, poi….. forse, ma molto forse, l’oblio
Scade a fine anno la proroga per i giornalisti che non hanno ancora completato il percorso formativo del primo triennio previsto dalla legge nazionale 148/2011. Lo ricorda una nota diffusa dall'Ordine dei Giornalisti che spiega che chi non ha acquisito i crediti richiesti (60 in tre anni, di cui 20 deontologici, o solamente questi ultimi per chi ha almeno trent’anni di iscrizione all’Ordine) avrà quindi solo due mesi per mettersi in regola. Se non lo farà, precisa il regolamento ministeriale, andrà segnalato al Consiglio territoriale di disciplina che, essendo la formazione professionale un obbligo deontologico, dovrà inevitabilmente comminare le sanzioni previste dalla legge.
Questo almeno sulla carta perchè il tentativo di metterci una "pezza" all'italiana sarà molto forte, visto che la maggioranza dei 120mila giornalisti italiani non hanno completato e in molti casi neppure iniziato il percorso formativo. La questione infatti potrebbe diventate un sisma per gli Ordini regionali che vivono delle quote degli iscritti. Una riduzione delle quote incassate (circa 100 euro a cranio all'anno) avrebbe infatti certamente degli effetti sui bilanci economici, ma avrebbe certamente il pregio di dare maggiore dignità a chi il giornalista lo fa per davvero. C'è infatti una anomalia mai sanata, quella che vede quasi la metà degli iscritti all'Ordine dei giornalisti, avere un tesserino in tasca, spesso usato in maniera disinvolta per ottenere qualche immeritato privilegio, ma non pagare neppure un euro di contribuzione previdenziale alla cassa Inpgi, che fra l'altro proprio oggi ha comunicato di avere per il 2017 un disavanzo previdenziale di 104 milioni e una gestione del patrimonio che non compensa lo squilibrio. Niente di imprevisto purtroppo, fanno sapere dall'Inpgi, ma la conferma di una crisi strutturale dell’editoria che ormai da un decennio non accenna a diminuire ma se possibile si aggrava. Ebbene un piccolo consiglio "strutturale", una soluzione anche se parziale, potrebbe essere anche quella di prevedere che chi vuol rimanere iscritto all'Ordine dei giornalisti, escludendo ovviamente i pensionati, oltre alla formazione obbligatoria, dovrebbe pagare i minimi previsti dalla gestione separata Inpgi. Non si recupererà il disavanzo, ma almeno lo si ridurrebbe ma sarebbe un bel segnale di equità e pulizia, pulizia perchè siamo certi che molti, a quel punto, restituirebbero il tesserino. Si metterebbe così fine al malcostume di vedere fregiarsi del titolo di giornalista chi probabilmente non ha mai visto una redazione e forse non ha neppure mai visto pubblicate due sue righe.