Fondazione Studi Consulenti del Lavoro: Emergenza conciliazione per 3 milioni di mamme nella fase 2
servizi essenziali, laddove la presenza femminile risulta più bassa nei primi e più alta nei secondi. Su 100 occupate con almeno un figlio con meno di 15 anni, 74 hanno lavorato ininterrottamente (contro 66 uomini nella stessa condizione), il 12,5% ha ripreso il lavoro dallo scorso 4 maggio, mentre il 13,5% dovrebbe ritornare alla propria attività entro la fine del mese. Ma non è detto perché potrebbero non riuscire a gestire la conciliazione tra lavoro e impegni familiari.
Lo smart working “riscoperto” in questo periodo potrebbe sicuramente essere di aiuto, ma anche qui emerge un paradosso: le figure professionali che hanno più facilmente accesso al lavoro agile sono quelle più qualificate e più retribuite, ovvero coloro che potrebbero permettersi supporti e aiuti. Mentre quelle meno qualificate dovrebbero necessariamente recarsi in sede per lavorare e parallelamente accudire in prima persona i figli con meno di 15 anni: si tratta di 1mln 426 mila lavoratrici (il 48,9% delle mamme lavoratrici), di queste circa 710 mila percepiscono uno stipendio netto inferiore ai 1.000 euro. Gli interventi finalizzati a sostenere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle numerose mamme lavoratrici, come il bonus baby-sitting o i congedi parentali straordinari, possono essere uno strumento utile in fase d’emergenza, ma difficilmente “strutturabile” nel lungo periodo, soprattutto in termini di costi. Alla fine della fase 1, a fronte di una richiesta molto ampia di congedi straordinari (al 28 aprile risultavano erogate 242.206 prestazioni secondo l’ultima rilevazione Inps) le domande di bonus baby-sitting sono state molto più contenute (pari a 93.729), anche a causa delle difficoltà di reperire in tempi brevi una persona adatta ad accudire i figli. “Certamente è utile confermare e prorogare con il prossimo decreto gli strumenti di sostegno emergenziali già previsti per le famiglie, ma al contempo bisogna pensare a strumenti strutturali per rafforzare i servizi di assistenza per la cura dei figli. Solo in questo modo riusciremo a superare il ritardo italiano delle donne a lavoro che rischia, se non colmato in tempi brevi, di lasciare a casa molte lavoratrici mamme. Soprattutto a causa di questa emergenza sanitaria”, ha dichiarato Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. “La conciliazione è essenziale per permettere la piena partecipazione delle donne al mondo del lavoro e in tutti i settori produttivi”, conclude.
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