Fallimento Tonutti Wolagri, ora il rischio di una resurrezione industriale negata

Se non ci fosse in ballo un pezzo della storia industriale del Friuli e tanti posti di lavoro, la vicenda del fallimento della Tonutti Wolagri potrebbe sembrare una storia di semplici scaramucce giudiziarie fra fazioni in lotta. Ma invece dietro alla vicenda si nascondono alcuni segreti che la magistratura udinese non è riuscita a chiarire del tutto o quantomeno su cui non è riuscita a convincere del tutto. Non si tratta insomma solo di una battaglia legale fra ex soci, con alcuni fatti oscuri che prima del fallimento avevano colpito l'azienda e la famiglia Tonutti. Ora l'ultima novità sulla vicenda è l'affidamento in affitto temporaneo degli impianti ad uno dei “contendenti”, mentre le ultime notizie registrate, almeno sulla stampa locale, erano datate maggio scorso, quando nello studio del notaio Filippo Chiovari, era stata aperta l’unica offerta arrivata per l’affitto d’azienda. Una offerta presentata dalla Bgroup di Luigi Blasi. Sembrava allora quindi fosse stato fatto un passo indietro da Carlo Tonutti che precedentemente aveva annunciato l'esistenza di una propria cordata per riprendersi la società di famiglia. In realtà le norme consentivano la presentazione di una offerta all'ultimo minuto entro 10 giorni dall'apertura della busta, offerta che non sarebbe mai arrivata al curatore fallimentare o quantomeno sarebbe arrivata fuori tempo massimo. Ora pare che la famiglia Tonutti voglia tornare all'attacco, infatti Carlo Tonutti ci fa sapere di aver presentato alla curatela, attraverso la neo costituita Tonutti 1864, una offerta che dal punto di vista solo economico è il doppio di quanto offerto dall'altro offerente. Tonutti spiega che la propria offerta prevede il mantenimento del sito produttivo di Remanzacco garantendo a regime la riassunzione delle 80 unita lavorative precedenti che potranno salire a 200 secondo il programma di un loro partner industriale nel giro di qualche anno.
L'altra offerta, spiega Tonutti, invece “prevede l'assunzione di 5 persone e lo spostamento della produzione ad Imola presso loro impianti”. “Lo scenario che si prospetta, sempre secondo Carlo Tonutti, sarebbe la chiusura e la delocalizzazione dell'attività dal comune di Remanzacco ad Imola e dopo due anni, si sospetta, la chiusura definitiva”. “Purtroppo, aggiunge, abbiamo appreso questa mattina che la Tonutti Wolagri è stata data in affitto proprio alla azienda di Luigi Blasi”. Secondo Carlo Tonutti, che afferma di prendersi ogni responsabilità delle sue dichiarazioni, “è incredibile che l'azienda Tonutti Wolagri venga affidata alla persona che ne ha chiesto il fallimento e che ha ancora pendente un procedimento per tentata estorsione nei miei confronti. Per non parlare, prosegue Tonutti, che a seguito di un altro esposto il soggetto è ancora sottoposto ad indagini per fatti che possono configurare una bancarotta distrattiva, sempre relativa alla Tonutti Wolagri, con presunta appropriazione di know how industriale e componenti di macchine agricole in danno sempre della Tonutti Wolagri, fatti, aggiunge l'imprenditore friulano, sempre puntualmente notificati al curatore. Su questo nuovo capitolo giudiziario, aggiunge Tonutti, recentemente la Procura della Repubblica di Udine ha disposto una perquisizione nella azienda del Blasi”. “Nonostante che in questa incredibile vicenda, ci spiega Tonutti, alla fine è stato persino ipotizzato che sia stato io a scrivermi la lettera minatoria con il proiettile, a mettermi la bomba negli uffici, un animale morto nella cassetta delle lettere, io credo ancora fermamente nella giustizia e nelle leggi del nostro paese”.
Carlo Tonutti ci spiega che la lui e sua famiglia non vuole deludere le 200 famiglie che potrebbero trarre beneficio dalla loro proposta industriale, esattamente come fatto per 150 anni: “le generazioni che sono passate nell'azienda hanno potuto beneficiare di una lavoro sicuro sulla porta di casa sino a che non è accaduto una fatto straordinario con l'entrata di un socio che non aveva a cuore n'è il futuro dell'azienda n'è tanto meno le famiglie che traevano il loro sostentamento da questa realtà consolidata”. Sarebbe sconcertante che il futuro di una azienda tra l'altro storica e le speranze di chi ci lavora venisse venduta a chi ne ha chiesto intenzionalmente il fallimento e ne ha già decretato la fine”.
“La nostra proposta, ribadisce Tonutti è esattamente l'opposto, vogliamo la conservazione sul territorio friulano della realtà industriale per consentire lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione, poiché sono previste l'occupazione di oltre 200 addetti secondo i programmi del nostro partner industriale che di dipendenti ne ha ben 33.000”. ll Nuovo patner della famiglia Tonutti, ci informa l'imprenditore friulano, è una multinazionale estera quotata in borsa oggi al 5* posto nella produzione mondiale di macchine agricole con 33.000 dipendenti e 480 milioni di fatturato solo nel settore agricolo. Nella loro strategia Remanzacco dovrebbe diventare il loro polo tecnologico e produttivo della macchina agricola nel mondo e il loro gruppo diventare il n*1 al mondo nel giro di 5 anni. “Abbiamo informato della disponibilità di questo partner in primis il curatore del fallimento Tonutti Wolagri, che aveva del resto fatto visitare gli stabilimenti di Remanzacco lo scorso 11 settembre ai rappresentanti del nostro partner straniero”. Informeremo in questi giorni la Regione nella Persona della Presidente Serracchiani, dell'Assessore all'industria Bolzonello sempre attento alle opportunità e il Presidente del Consiglio regionale Franco Jacop che fra altro fu il " padrino" dell'inaugurazione degli uffici della Tonutti Wolagri nel 2004.