IN EUROPA LE DONNE LAVORANO GRATIS IL 16% DELL’ANNO

Ieri era il 3 novembre ed era anche  la Giornata europea per la parità retributiva, cioè il giorno in cui a causa del divario retributivo di genere le donne di tutta Europa smettono di fatto di essere pagate: con una retribuzione oraria media inferiore del 16,7% a quella degli uomini, in Europa le donne lavorano gratis il 16% dell'anno.
"Se l'uomo europeo medio smettesse oggi di lavorare, la sua retribuzione a fine anno sarebbe comunque identica a quella della donna europea media che lavorerà invece fino al 31 dicembre. Questo non è giusto, non è sostenibile e, francamente, non è accettabile. I datori di lavoro europei devono smettere di perpetuare il messaggio che le donne valgono due stipendi all'anno meno degli uomini”, dichiarano il primo Vicepresidente Timmermans, la Commissaria Thyssen e la Commissaria Jourová.
“Nell'Unione europea – aggiungono – uomini e donne sono uguali: questo è uno dei nostri valori fondamentali che però, nel 2016, non è ancora realtà sul mercato del lavoro. La verità è che uomini e donne continuano a non avere pari opportunità sul posto di lavoro. Per un lavoro equivalente, le retribuzioni medie degli uomini sono più elevate. Il "soffitto di cristallo" esiste ancora: sebbene vi siano più laureate che laureati, le donne rappresentano meno del 5% dei dirigenti d'azienda in Europa. Così facendo sprechiamo talento femminile. Oltre al fatto che le donne lavorano generalmente in settori con retribuzioni più basse, è anche meno probabile che gli uomini interrompano la carriera per prendersi cura di bambini o familiari a carico. Il più delle volte, quindi, sono le donne che dispongono di meno tempo per le attività retribuite e hanno maggiori difficoltà a conciliare lavoro e vita familiare”.
“Queste disparità si riflettono nella retribuzione oraria delle donne, che è ancora inferiore del 16,7% rispetto a quella dei loro colleghi. Il divario retributivo di genere sta diminuendo a un ritmo così lento che solo nel 2086 le donne saranno pagate quanto gli uomini”, denunciano Timmermans, Thyssen e Jourová prima di assicurare che “la Commissione si sta adoperando con il massimo impegno per colmare questo divario. Abbiamo consultato le parti sociali e il grande pubblico per avere suggerimenti su come conciliare meglio lavoro e vita privata, affinché donne e uomini possano realizzarsi pienamente sul mercato occupazionale senza dover rinunciare a una vita familiare pienamente godibile”.
Concluse le consultazioni con le parti sociali, nel 2017 “la Commissione presenterà una proposta rivolta alle famiglie che lavorano nell'intento di aiutare sia i genitori che hanno un posto di lavoro sia quelli che svolgono un ruolo di assistenza a trovare il giusto equilibrio fra vita privata e vita professionale, aumentando al tempo stesso la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Occorrono maggiore parità nell'uso e nella scelta dei regimi di congedo, modalità di lavoro flessibili e strutture per l'infanzia a prezzi più accessibili. Gli uomini dovrebbero potersi occupare delle loro famiglie al pari delle donne e le imprese dovrebbero poter far rimanere e promuovere le donne qualificate di cui l'Europa ha bisogno. La Commissione continuerà inoltre ad aiutare gli Stati membri a lottare concretamente contro il divario retributivo di genere”.
In occasione della Giornata europea per la parità retributiva, Timmermans, Thyssen e Jourová confermano quindi l’impegno “a dare a donne e uomini le stesse opportunità sul mercato del lavoro. La stessa retribuzione per lo stesso lavoro nello stesso posto non è solo un valore fondamentale dell'Europa: se vogliamo essere competitivi, dobbiamo permettere al talento femminile di esprimersi pienamente nell'interesse di tutti".
Il divario retributivo di genere è la differenza nella retribuzione oraria lorda tra uomini e donne, trasversale ai vari settori dell’economia.
Il divario retributivo di genere medio in Italia è del 6.1% (Il divario retributivo di genere medio nell’UE è del 16.7% - dati Eurostat 2014).
Il divario retributivo di genere complessivo, invece, è la differenza tra il salario annuale medio percepito da donne e uomini.
Questa stima tiene conto dei tre principali svantaggi affrontati dalle donne, ossia: retribuzione oraria inferiore; meno ore di lavoro retribuito; minore tasso di occupazione (ad esempio a causa di interruzioni di carriera per prendersi cura di figli o famigliari).
Il divario retributivo di genere complessivo in Italia è del 43.9% (quello nell’UE è del 39.8% - dati Eurostat 2014).