Europa ed Italia moralmente colpevoli delle morti in mare di profughi e migranti?

Europa sotto inchiesta per le morti dei migranti nel canale di Sicilia. Il Tribunale permanente per i diritti dei popoli è un organismo “solo” d'opinione internazionale, si è autonominato ma non per questo meno autorevole, certo non possiede alcuna legittimità giuridica, istituzionale o mandato internazionale e le sue sentenze non hanno valore giuridico di alcun tipo, ma finirvi dinnanzi non è una bella cosa dato che esamina e fornisce opinioni su violazioni dei diritti umani e dei diritti dei popoli ed il suo verdetto morale è una brutta macchia per chi vine condannato. Questo Tribunale è stato fondato da esperti di diritto, scrittori e altri intellettuali ed è ispirato al Tribunale Russell ("Russell Tribunal"), che, nel 1967, si era occupato dei crimini di guerra commessi contro il popolo vietnamita durante la guerra del Vietnam. Sul banco degli imputati vi finiscono i governi del mondo al posto del codice penale, la Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo.
Questa lunga premessa perchè in realtà oggi il giudizio di questo Tribunale ci riguarda da vicino, è già accaduto una quarantina di volte che questo "strano" organo giudiziario tribunale si sia riunito e abbia emesso delle sentenze. Sentenze che - pur avendo solo valore morale - possono risultare o si spera lo siano, molto sgradevoli per gli imputati, specie quando essi sono governi democratici dell'Occidente industrializzato. Le sentenze infatti al di fuori della ipocrisia diplomatica, rivelano, infatti, l'enorme distanza tra la retorica umanitaria e le pratiche reali e mai come oggi è l'Europa della mancata accoglienza e degli egoismi nazionali a poter finire su banco degli imputati.
Pochi giorni or sono nella sede della stampa estera Roma, il Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi desaparecidos, ha illustrato il suo atto d'accusa contro i responsabili delle stragi dei migranti. "Il Comitato “Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos” è una realtà associativa costituita nel 2014 che si propone di porre al più presto fine alle stragi di migranti e richiedenti asilo nel Mar Mediterraneo e nei Paesi di transito verso gli Stati dell’Unione Europea. Ne fanno parte familiari delle vittime, giuristi, giornalisti ed esponenti della società civile. A qyuella che potremmo definire una udienza preliminare erano presenti - a sottolineare l'analogia tra le vicende in corso e lo sterminio di 30mila dissidenti politici messo in atto tra il 1978 e il 1983 dalla dittatura militare che governava l'Argentina - Lita Boitano e Meherzia Chargui, due madri. La prima ha avuto il figlio e la figlia uccisi dai militari di Buenos Aires, la seconda dal 14 marzo del 2011 non ha più alcuna notizia di suo figlio Mohamed che quel giorno uscì di casa per raggiungere un barcone che avrebbe dovuto portarlo in Italia.
Il Tribunale permanente per i diritti dei popoli, come accennato in apertura, non è un "tribunale internazionale" come quello dell'Aja. Può solo mettere a confronto i comportamenti degli Stati e i principi a tutela dei diritti umani. Ma il modo di procedere non è diverso da quello di un normale organo giudicante. La denuncia - illustrata da Arturo Salerni ed Enrico Calamai, rispettivamente presidente e portavoce del Comitato Verità e giustizia per i nuovi desaparecidos - è puntuale, circostanziata, densa di fatti e di riferimenti giuridici.

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