EURASIA TRA TURCHIA E RUSSIA, SQUALLIDO GIOCO DI BARATTI

L'asse geopolitica del Pianeta sta spostandosi dall'Euramerica all'Eurasia. Questo è il frutto dello spregiudicato voltafaccia del 'Sultano' turco Recep Tayyip Erdogan, che ha voltato le spalle agli Usa perché non gli consegnano l'ex imam e suo ex collaboratore Fethullah Gulen che è là in esilio e che il 'Sultano' accusa di essere l'ispiratore del golpe del 15 luglio (vero o presunto? Sì, il dubbio c'è perché, grazie alla repressione che è seguita, lui ha avuto gioco facile a sbarazzarsi di ogni oppositore).

La Turchia fa però parte della Nato e gli States hanno a Incirlik, nel Sud, nei pressi di Adana, la più grande base aerea della zona. E' prematuro dire che revocherà la concessione, ma di certo il suo incontro con Vladimir Putin, capo di tutte le Russie nella sua città natale, rappresenta un chiaro e pericoloso messaggio all'Occidente.

Il quadro si fa completo se si pensa alle altre minacce di Erdogan all'Ue e all'Italia (in questo caso per difendere il figlio implicato il loschi traffici). “Se non ci lasciare entrare nella Comunità (ma, a parte la Merkel, chi ce li vuole?, ndr.) e se non concedete ai miei connazionali di entrare in Europa senza visto, non rispetterò più l'accordo (strapagato da Bruxelles) di porre un argine all'esodo dei profughi verso la 'rotta balcanica'.

Un bel 'figuro', non ci piove. Ma il disgelo con il Cremlino tra i due autocrati spregiudicati (Putin non è da meno) non rappresenta soltanto il riavvicinamento tra due leader coetanei (62 anni entrambi) e tra due 'imperi' da sempre vicini e rivali, ma una svolta incredibile se si pensa all'esplosiva tensione seguita, il 24 novembre, all'abbattimento del caccia-bombardiere russo Sukhoi da parte della contraerea turca anche se era penetrato per soli pochi chilometri nello spazio aereo di Ankara.

Son bastate le scuse formali di Erdogan a San Pietroburgo per azzerare tutte le sanzioni decise allora dal Cremlino a carico delle imprese importatrici turche e dei lavoratori di Istanbul, nonché il blocco di ogni volo charter dalla Russia alla Turchia e dei relativi 'pacchetti' turistici.

Che il 'summit' sia stato uno squallido gioco di baratti è confermato da un dato economico e da uno politico. Il primo riguarda il progetto per realizzare il gasdotto “Turk Stream” che partirà da Krasnodar e sfocerà nella Turchia europea.

Peggio ancora se passiamo alle alleanze. Da anni Mosca sostiene il dittatore di Damasco Assad inviso a Erdogan. E adesso? L'imperativo per i turchi è far finta di niente nonostante l'agonia e i massacri siriani ad Aleppo. Ma a una condizione: che Putin aiuti Ankara a sbarazzarsi una volta per tutte dei curdi, suoi nemici storici come gli armeni un secolo fa. E non metta lingua sul fatto che il 'Sultano' compra petrolio dall'Isis e quindi lo 'foraggia'.

Se non è squallido baratto questo...